«Che sarà mai questo bambino?» si chiede la gente a proposito del piccolo Giovanni
nato ad Elisabetta. Molto probabilmente, la gente avrà dato anche risposte,
ipotesi, giudizi. Come si fa oggi. Probabilmente, allora come oggi, si è parlato
tanto e nessuno ha azzeccato. La Parola di Dio invece preferisce lasciarci su
una domanda aperta: «Che sarà mai questo
bambino?». Ci sono stati tanti segni ma non conosciamo il futuro
di questo bambino. Lo stesso Giovanni Battista adulto non sa tutto. Obbedisce,
fa la sua parte, sa ciò che gli serve al momento. Dice: “Io
non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto
conoscere a Israele” (Giovanni 1,31). Abramo si gioca la vita senza sapere dove va. “Per fede Abramo,
chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e
partì senza sapere dove andava” (Ebrei 11:8). È vero, era già vecchio e disperato, ma partire così è
un rischio totale. Maria si giocò tutto, affrontando una minaccia di morte
immediata, senza sapere tutto. E lungo tutta la sua vita continuò a non sapere tutto:
“Il padre e la madre di
Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui” (Luca 2, 33; vedi anche Luca
2,18-19; 2,50-51). E così tutti i profeti e i santi. Partono su una chiamata
certa (si dice “certezza morale”) tante volte su una promessa per il futuro, ma il cammino verso la meta si svela man mano e l’interessato
stesso sa che la sua idea umana è solo un'immagine che rischia persino di essere
fuorviante. San Francesco sente: “va, Francesco e ripara la mia chiesa” e ripara
la chiesetta di san Damiano cadente. Solo più tardi comprende meglio cosa significa
riparare la Chiesa, ma non è una comprensione pacificata: lo stesso successo del suo Ordine ne inquina la purezza ed egli giunge al drammatico gesto delle
dimissioni.
Gli amici di Dio vivono di domande aperte e anche di
certezze, ma sono “certezze aperte” e non chiuse, che aprono un cammino tutto da
scoprire e vivere.
Qualcuno ha paura delle certezze. Siamo molti di più a temere le certezze
aperte che pur essendo un ancoraggio ti lanciano nell’avventura e la
responsabilità. Ma il cristianesimo è "certezza aperta" come l’albero che
ha una radice certa ma deve svilupparsi. Dio è presente nel futuro anche se lo
scrive con me. “Vivere il passato con gratitudine, il presente con passione, il
futuro con speranza” dice Papa Francesco.
Prima
Lettura Is 49,1-6
Ti renderò luce delle nazioni.
Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Signore, tu mi scruti e
mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
Sei tu che hai formato
i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Meravigliose sono le
tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Seconda Lettura At 13,22-26
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.
Dagli
Atti degli Apostoli
In quei giorni, [ nella sinagoga di Antiochia di
Pisìdia, ] Paolo diceva:
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa
testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore;
egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per
Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo
di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi
pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare
i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio,
a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».
Canto al Vangelo Cf Lc 1,76
Alleluia, alleluia.
Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia,
Vangelo Lc 1, 57-66. 80
Giovanni è il suo nome.
Dal
vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I
vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua
grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con
il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà
Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con
questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli
chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono
meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava
benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano,
le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero
la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte
fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
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