In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».
Bisogna passare all’altra
riva, passare dalla mentalità umana, anche religiosa ma priva della grazia, alla mentalità di Gesù, pienamente incarnata ma unita allo Spirito Santo, orientata al Padre, e che scopriamo
vivendo il Vangelo (seconda lettura).
lo presero con sé, così com’era, nella barca.
Prendere Gesù nella sua
Totalità, nel suo Mistero. Non serve farsi un Gesù che ci piace, un Gesù ridimensionato
a quello che noi troviamo giusto o comprendiamo.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si
rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.
Per passare all’altra riva bisogna lasciare la sicurezza della prima riva, andare al largo e sperimentare tempeste. Il mare per gli ebrei è per eccellenza l’elemento insicuro, infido. Però è in situazioni estreme che il discepolo scopre che Dio c'è e chi è.
Egli … dormiva. … «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Tante volte sembra che Dio
non si curi di noi. Il credere che Egli è nostro Padre Onnipotente che continuamente
opera a nostro favore è di pochi ed è una immensa vittoria.
Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.
È molto importante aver
fatto l’esperienza di prove che cessano dal giorno all’indomani e si rivelano come
prove permesse da Dio, tappe della nostra vita per la nostra crescita e non il
caos cieco o il destino implacabile.
Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora
fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è
dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
La conclusione del brano ci insegna cose fondamentali. a./ Si può pregare senza che sia fede. Infatti lo pregano e Gesù dice: “Non avete ancora fede”. b./ Con la fede potevano attraversare le tempeste della vita senza paura. Ma per questo bisogna chiudersi nella volontà di Dio. c./ I discepoli colgono e custodiscono la grandezza dell’evento: Gesù è capace di comandare al vento e al mare. Le esperienze di vita li condurranno alla fede in Gesù. d./ Ma questa esperienza è ancora incompleta perché manca l’ascolto. Infatti la paura, che è conseguenza della mancanza di fede, gli impedisce di fare spazio alla Parola che Gesù ha rivolto a loro: "perché avete paura?". Senza ascolto non riescono a capire che anche questa tempesta è una Parola di Dio per loro. Pensano solo che con Gesù si sono tirati fuori da questo brutto momento. Maria invece nelle situazione più difficili fa sempre spazio all’ascolto (si chiedeva che senso avesse il saluto dell’angelo; meditava gli eventi di Gesù nel suo cuore, ecc.). Dio si rivela tramite eventi e parole e la Parola svela il senso degli eventi. Oggi siamo sommersi di notizie, commenti, riflessioni, slogan, ma quasi sempre estranei al senso della Storia rivelatore di Dio (anche tante preghiere). Per questo la gente è tanto smarrita, mentre il primo comandamento è “Ascolta Israele”. e./ Comunque, anche se non hanno ancora capito appieno il senso di quello che stanno vivendo, ed è necessario che Gesù li porti a questa piena fede e comprensione, i discepoli si rendono conto che aver Gesù nella propria barca è un don immenso di salvezza. Prendi Gesù nella tua barca, così com'è, egli ti salverà.
Prima
lettura Gb 38,1.8-11
Qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde.
Dal libro di Giobbe
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 106
Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.
Coloro che scendevano
in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.
Egli parlò e scatenò un
vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.
Nell’angustia gridarono
al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia
essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.
Seconda lettura 2 Cor 5,14-17
Ecco, son nate cose nuove.
Dalla
seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto
per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli
che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per
loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo
conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto
che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate;
ecco, ne sono nate di nuove.
Canto al Vangelo Lc 7, 16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
Vangelo Mc 4,35-41
Chi è costui, che anche il vento e il mare
gli obbediscono?
Dal
Vangelo secondo Marco
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo
all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella
barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto
che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora
lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e
ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora
fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque
costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Nessun commento:
Posta un commento