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venerdì 4 giugno 2021

IMPARIAMO A RINGRAZIARE DALLA FAMIGLIA DI TOBIA / venerdì IX sett. T.O.

 



Eccoci alla conclusione felice del libro di Tobia: Sara non è stata abbandonata e ha un marito, Tobi è stato guarito dalla cecità. Dio è “lungariello ma non scurdariello”, fa aspettare ma non dimentica i suoi. Tobi benedice Dio, poi dopo che l’arcangelo Raffaele avrà rivelato la sua identità (lettura di domani), sarà Tobia a lodare e ringraziare Dio.

Noi chiediamo a Dio di benedirci, non sicuri che egli lo faccia, il credente invece benedice Dio per quello che ha fatto, sicuro che farà di più in avvenire perché è fedele all’Alleanza ed è potente. Ma come arrivare alla fede (matura)?

È molto umana la reazione della mamma al ritorno del figlio Tobia : “Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire” (Bibbia CEI). Quella gioia dona un senso di compiutezza a tutta la sua vita. Infatti le consolazioni ci aiutano, a condizione di non darle troppa importanza. Devono essere segni per lanciarci verso una fede che prende forza nei momenti di buio e aridità. Coltivare la memoria dei benefici di Dio e il senso della gratitudine ci aiuta a perseverare. Ma c'è un modo che ingloba tutte le situazioni: chiedere a Dio di vedere i segni che lui stesso dispone sul nostro cammino. Se Dio mi ama non può lasciarmi senza il suo amore. Ma l’amore non sempre accarezza: cura e coregge anche, permette qualche caduta affinché io apra gli occhi, fa crescere. Ma se comprendo che ciò viene da Dio, prenderà un senso, anche se non piacevole. E come comprendere che qualcosa viene da Dio? Più avrò lo sguardo di Dio più mi sarà facile. Per questo serve nutrirsi della Scrittura. Il Vangelo di oggi dice che la numerosa folla ascoltava volentieri” Gesù spiegare le Scritture, le Profezie. La gente di allora era convinta che le Scritture parlassero della loro vita, dei progetti di Dio a loro favore. Anche oggi! L’unica cosa che è cambiata è che la Croce è diventata Parola di Dio, fondamento della fede. Quindi il giusto può morire nella sofferenza e nell’abiezione senza che Dio lo abbia abbandonato o rigettato. La Scrittura parla sempre della tua vita, dei progetti di Dio a tuo favore. Il fatto è che anche quando conosciamo le Scritture facciamo fatica a rimetterci in una prospettiva di fede di fronte agli avvenimenti. Senza nutrirci delle Scritture non avremo mai lo Spirito per vedere la vita con gli occhi di Dio.

 

Prima Lettura   Tb 11, 5-17 (Vg)
Dopo avermi provato mi hai guarito, ed ecco rivedo il mio figlio.

Dal libro di Tobìa

In quel tempo, Anna [moglie del vecchio Tobi] andava ogni giorno a sedersi lungo la via, sulla cima di una collina da cui poteva guardare lontano.
 Mentre di là stava spiando il ritorno del figlio, lo vide arrivare in lontananza e subito lo riconobbe. Corse allora a darne notizia al marito, dicendo: «Ecco, il tuo figlio viene». 
 Intanto Raffaele diceva a Tobia: «Appena sarai entrato in casa tua, adora anzitutto il Signore tuo Dio e rendigli grazie; poi avvicinati a tuo padre, bacialo, e subito spalma sui suoi occhi questo fiele di pesce che porti con te. Sappi che all'istante gli si apriranno gli occhi e il padre tuo rivedrà la luce del cielo e si rallegrerà nel rivederti».
 I1 cane che li aveva accompagnati nel viaggio corse avanti come messaggero ad avvisare, e faceva festa dimenando la coda. I1 padre, cieco, si alzo e si mise a correre, ma poiché inciampava con i piedi diede la mano a un servo e andò incontro al figlio.  E avendolo raggiunto lo baciò, egli e sua moglie, e cominciarono tutti e due a piangere di gioia.
 Dopo aver adorato e ringraziato Dio, si misero a sedere. Allora Tobia, preso il fiele del pesce, ne spalmò gli occhi di suo padre. Passata quasi mezz'ora, comincio a uscire dagli occhi del cieco qualcosa di bianco, simile alla membrana di un uovo. Tobia la prese e la trasse fuori dagli occhi del padre, che subito ricuperò vista. E glorificarono Dio sia lui che sua moglie e tutti quelli che lo conoscevano. Tobi così diceva: «Ti benedico, Signore Dio di Israele, perché dopo avermi provato mi hai guarito, ed ecco che io rivedo il mio figlio Tobia».

 
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 145
Sei tu, Signore, il sostegno dei deboli.

Loda il Signore, anima mia: 
loderò il Signore per tutta la mia vita, 
finché vivo canterò inni al mio Dio. 

Egli è fedele per sempre, 
rende giustizia agli oppressi, 
dà il pane agli affamati. 

Il Signore libera i prigionieri, 
il Signore ridona la vista ai ciechi, 
il Signore rialza chi è caduto, 
il Signore ama i giusti, 
il Signore protegge lo straniero.

Egli sostiene l'orfano e la vedova, 
ma sconvolge le vie degli empi. 
Il Signore regna per sempre, 
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

Canto al Vangelo 
  Gv 14,23 
Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo  
 Mc 12, 35-37
Come mai dicono che il Messia è figlio di Davide?

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi". 
Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.  

 

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