Porgere l’altra guancia dopo l’umiliazione di uno
schiaffo, lasciarsi spogliare ingiustamente. Questo è la morale cristiana. È realista
solo se non è sforzo ma frutto di una pienezza. “Tanto è il bene che mi aspetto
che ogni pena mi è diletto” esclama san Francesco secondo la tradizione. E nel Testamento
scrive : “Ciò che mi sembrava (troppo) amaro mi fu cambiato in dolcezza di
corpo e di anima”.
San Paolo nello spiegare la sua linea di condotta non
dice altro: agli occhi del mondo siamo “gente
che non ha nulla, invece possediamo tutto”. Per cui, per la gente siamo poveri
ma siamo “capaci di arricchire molti”. Talvolta
questa pienezza si vive nella consolazione, molto più spesso solo nella Promessa,
anche se non mancano mai le “caparre dello Spirito”.
Siamo tutti persone che hanno ricevuto molto, e
specialmente come consacrati – ma tutti i battezzati sono consacrati a Dio nel loro
battesimo – siamo dei servi di Dio. E tali dobbiamo apparire agli altri,
dentro e fuori dalla comunità, ai figli e ai parenti.
San Paolo ha una parola chiave per caratterizzare il comportamento del servo di Dio: “fermezza” “hupomonê”. È una parola che troviamo spesso e che viene tradotta anche “pazienza”, ecc. Lui e i suoi compagni sono fermi e pazienti perché Dio sa tutto, non ci abbandona, né gli sfugge di mano la situazione, quello che viviamo serve al regno di Dio. Sono fermi nelle prigioni, nelle percosse, nelle sollevazioni di piazza contro di loro… ma anche nella preghiera quando si sente la necessità di vegliare e digiunare e il sonno e la fame ti abbattono. Perché noi non siamo fermi nelle piccole ingiustizie della comunità, nella fedeltà nella preghiera? La nostra vita è fatta di piccole cose non di prigionie o sofferenze eroiche. Se non sfruttiamo le piccole angherie, contraddizioni, ecc., come ci santificheremo?
Di fronte a tanti cristiani pusillanimi e
lamentosi, i pagani dei primi secoli dicevano: la morale dei cristiani è una
morale da schiavi. Lo schiavo ingoia tutto per paura del castigo. Tanti cristiani
non vogliono né sbagliare né rischiare e sono scialbi, né freddi né caldi. Voglio
apparire scialbo agli occhi del mondo se seguo Cristo, però! Ricordo un mio
amico che disse di un santo prete: “è un poveraccio, con questa sua umiltà”… Non
ti importare del giudizio del mondo se scegli la Santa Umiltà di Cristo, “nella gloria e nel disonore”: “Colui che non conobbe peccato, Dio lo fece
peccato per noi”. (2 Cor 5,21).
Prima
Lettura 2 Cor 6, 1-10
Ci presentiamo come ministri di Dio.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Il Signore ha rivelato la sua giustizia.
Cantate
al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il
Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele
Tutti
i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Canto al Vangelo Sal 118
Alleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Alleluia.
Vangelo Mt 5, 38-42
Io non vi dico di opporvi al malvagio.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi
dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia
destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e
toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
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