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mercoledì 9 giugno 2021

LA LETTERA UCCIDE, LO SPIRITO INVECE DA' VITA: COSA SIGNIFICA? / mercoledì X sett. T.O.



 

Dio ci da la grazia di essere “ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita”, dice san Paolo. Invece Gesù proclama: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti;  … Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli…. »

Sembra esserci una contraddizione evidente tra Gesù e Paolo. E la Chiesa ci propone nella stessa messa questi due testi! Cerchiamo di capire. Gesù risponde a persone irritate o impaurite perché il suo comportamento non rispecchia quello dei maestri della legge. Sembra che egli voglia cancellare la Legge di Mosè. Invece egli dice: “non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”.

Mentre i precetti e la Legge sono buoni perché vengono da Dio, c'è il pericolo di farne un ideale assoluto, mentre sono solo mezzi in vista di una pienezza più grande. Ora ciò che poteva essere comprensibile fino alla venuta di Gesù (assolutizzare un po’ i riti e le tradizioni), non lo è più con la sua presenza. Adesso bisogna seguire lui. Non a caso Gesù ha scelto un giorno di Pentecoste per effondere il suo Spirito sugli apostoli! E', per il popolo di Abramo, la festa del dono della Legge a Mosè sul monte Sinai: la Legge preparava la venuta di Gesù e adesso lo Spirito permette ai credenti di compierla nell'Amore.

Prendiamo un esempio: il fidanzamento tende al matrimonio. Se al momento in cui tutto è pronto io rifiuto il passo del matrimonio io rompo l’Alleanza che si stava formando e già viveva al tempo del fidanzamento. Se seguivo lo Spirito Santo al tempo della Legge, dal momento in cui è venuto il compimento nel dono dello Spirito, se rifiuto questo dono, mi stacco dallo Spirito e cado nella morte: la Legge che continuo ad osservare come prima, diventa adesso per me “lettera che uccide”, strumento di morte spirituale.

L’Islam chiama quanti hanno la Bibbia “Gente del Libro” (Ahl el Kitab). Ma gli Ebrei sanno che la loro Scrittura tende alla venuta del Messia e non va interpretata in senso chiuso. Preferiscono definirsi “Gente della Parola (viva di Dio)”. I cristiani sanno che la loro Scrittura è costituita da segni per conoscere Gesù e aderire a lui, vivente in mezzo a noi (Giovanni 20,30). In questo senso i cristiani sono la “Gente di Gesù (Parola-Verbo di Dio). Alla fine la vera “Gente del Libro (come Legge fissa)” sono i musulmani che hanno nel Corano tutta la loro ricchezza. Ma se io, battezzato, voglio la lettera e non lo Spirito, oppure non riconosco che la Parola di Dio non può essere annullata (Giovanni 10,35), non ho vita. Sono uno che segue la lettera che uccide, oppure tradizioni solo umane (Matteo 15,3-6).

 

Prima Lettura   2 Cor 3, 4-11
Ci ha resi capaci di essere ministri di una Nuova Alleanza, non della lettera, ma dello Spirito.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita.
Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito?
Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell’aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile.
Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 98 
Tu sei santo, Signore, nostro Dio.

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuèle tra quanti invocavano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.

Parlava loro da una colonna di nubi:
custodivano i suoi insegnamenti
e il precetto che aveva loro dato.

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio che perdona,
pur castigando i loro peccati.

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi davanti alla sua santa montagna,
perché santo è il Signore, nostro Dio! 

Canto al Vangelo 
  Sal  24,4.5
Alleluia, alleluia.

Insegnami, mio Dio, i tuoi sentieri,
guidami nella tua fedeltà e istruiscimi.
Alleluia.

Vangelo
   Mt 5, 17-19
Non sono venuto per abolire, ma per dar pieno compimento.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
 

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