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sabato 30 gennaio 2021

CHE COS'E' LA FEDE? / sabato III sett. T.O.

 

Sacrificio di Isacco - Marc Chagall.

Abramo è nostro Padre nella fede. La fede è sempre un uscire da sé stessi per far fiducia ad un altro, lasciarlo governare la nostra speranza, la nostra vita. Il primo atto di fede di Abramo viene da un uomo che “non ha più nulla da perdere”: né le altre divinità, né le condizioni sue e di Sarai gli permettono di pensare ad un’altra soluzione per avere una discendenza. Ma Abramo impara sempre di più ad avere fede (la pazienza fa parte dell'esperienza di fede). E Dio realizza le sue promesse, dona Isacco. Su questa base Abramo può sacrificarlo: Dio non rinnega se stesso. Se Dio chiede il sacrificio del figlio, lo farà anche risorgere.

La fede di Abramo diventa l’eredità dei suoi discendenti, e Dio, attraverso molti avvenimenti, insegna a questo popolo a crescere nella fede. I discepoli sono cresciuti fin da piccoli nella fede. Quando Gesù – che non conoscono – li chiama a seguirlo, è per partecipare alla venuta del Regno  promesso da Dio, come è stato loro insegnato in famiglia, alla sinagoga… Per questo Regno, per questa promessa, hanno lasciato tutto.

Eppure non è ancora fede. Di fronte alla tempesta imprevista e violentissima sul lago, entrano nel panico. Invece Gesù dorme perché sa che Dio è suo Padre onnipotente.

Qual è la tua fede? Che cos'è la fede? La fede è quella di Gesù “autore e perfezionatore della fede”.

 

Prima Lettura

Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei Eb 11,1-2.8-19

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. Parola di Dio

 

Salmo Responsoriale Lc 1,68-75

R. Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo. R.

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. R.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16) Alleluia.
 

Vangelo

Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

Dal Vangelo secondo Marco  Mc 4,35-41

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».  Parola del Signore

 

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