Sacrificio di Isacco - Marc Chagall. |
Abramo è nostro Padre nella fede. La fede è sempre un uscire da sé stessi per
far fiducia ad un altro, lasciarlo governare la nostra speranza, la nostra vita. Il primo atto di fede di Abramo viene da un uomo che “non ha più nulla da
perdere”: né le altre divinità, né le condizioni sue e di Sarai gli permettono
di pensare ad un’altra soluzione per avere una discendenza. Ma Abramo impara sempre di più ad
avere fede (la pazienza fa parte dell'esperienza di fede). E Dio realizza
le sue promesse, dona Isacco. Su questa base Abramo può sacrificarlo: Dio non rinnega
se stesso. Se Dio chiede il sacrificio del figlio, lo farà anche risorgere.
La fede di Abramo diventa l’eredità dei suoi discendenti, e Dio, attraverso molti avvenimenti, insegna a questo popolo a crescere nella fede. I discepoli sono cresciuti fin da piccoli nella fede. Quando Gesù – che non conoscono – li chiama a seguirlo, è per partecipare alla venuta del Regno promesso da Dio, come è stato loro insegnato in famiglia, alla sinagoga… Per questo Regno, per questa promessa, hanno lasciato tutto.
Eppure non è ancora
fede. Di fronte alla tempesta imprevista e
violentissima sul lago, entrano nel panico. Invece Gesù dorme perché sa che Dio è
suo Padre onnipotente.
Qual è la tua fede? Che cos'è la fede? La fede è quella di Gesù “autore e perfezionatore della fede”.
Prima Lettura
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non
si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per
fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere
in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella
terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come
anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava
infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio
stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità
di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva
promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque
una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova
lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Nella fede morirono tutti
costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo
da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla
così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella
da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece
essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non
si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una
città. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che
aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato
detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che
Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come
simbolo. Parola di Dio
Salmo
Responsoriale Lc 1,68-75
R. Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento
il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo. R.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. R.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.
Acclamazione
al Vangelo
Alleluia, alleluia. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita
eterna. (Gv 3,16) Alleluia.
Vangelo
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
Dal Vangelo secondo Marco Mc 4,35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così
com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande
tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era
piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono
e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò
il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande
bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E
furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui,
che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore
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