Abbiamo
iniziato ieri il nostro cammino con le letture proposte per ogni giorno dalla
comunità monastica ecumenica di Granchamp in Svizzera. Come rimanere nel suo
amore e produrre molto frutto, come essere uniti nella comunità, tra cristiani?
Il primo passo di ieri era quello di essere chiamati. Senza la chiamata non c'è
nulla. Spesso lo dimentichiamo e ci appropriamo dei nostri talenti e perfino
della nostra vocazione. Bisogna rispondervi, è vero, e questo è il secondo passo
assolutamente fondamentale che ci responsabilizza, ma ciò che ci fa grandi è la
Grazia, la Promessa di Dio. Ce l’hanno ricordato Abramo (Gen. 12,1-4), Paolo (1
Cor 1, 1-3) e la chiamata dei primi Apostoli (Giovanni 1, 35-51). Senza chiamata
divina e obbedienza ad essa, consapevolezza della sua gratuità, non c'è speranza
di unità e pace.
Oggi le
letture ci presentano la perseveranza nella chiamata. Abram trova l’attesa molto
lunga. Maria e Giuseppe sono sconcertati dal comportamento di Gesù dodicenne al
Tempio. La chiamata, questa missione, genera angosce non previste, prende
strade inattese. E Maria, umilmente, medita nel suo cuore tutto questo per entrare
più pienamente nel mistero della volontà di Dio. I carismi e i servizi sono necessari
alla comunità (“se uno è dotto, ci insegni, se è saggio, ci governi, se è
santo, preghi per noi” dice la tradizione benedettina) e aiutano perfino alla santificazione,
ma possono essere anche un grande inganno se fanno dimenticare l’essenziale. Dei
carismi di Abramo conosciamo poco o nulla, ma solo la sua Fede che gli viene “accreditata
come giustizia”. Per questo Abramo è la Parola Fede, nostro Padre nella Fede
(Messale), e la Storia della Salvezza dell’Umanità inizia con la Fede, ha come fondamento
la Fede.
PRIMA
LETTURA (Gen 15, 1-6) Abram credette al Signore.
Dal
libro della Genesi
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. Parola di Dio.
SECONDA
LETTURA (Ef 3, 14-21) Possa Cristo abitare nei nostri cuori.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli,
io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza
in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua
gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo
Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così,
radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i
santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di
conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di
tutta la pienezza di Dio. A colui che in tutto ha potere di fare molto più di
quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui
la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli
dei secoli! Amen. Parola di Dio.
CANTO
AL VANGELO (cfr At 16, 14b) Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo. Alleluia.
VANGELO
(Lc 2, 41-52) Maria custodiva dentro di sé tutte queste cose.
Dal
Vangelo secondo Luca
I
genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.
Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo
che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a
cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca
di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo
ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano
erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo
restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché
mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma
essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a
Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo
cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore.
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