Vale la pena leggere e meditare questo testo di D. Bonhoeffer da cui ho tratto la citazione inserita nel post precedente. Bonhoeffer, fu impiccato nel 1945 a meno di un mese dalla resa dell'Esercito tedesco, come traditore per la sua resistenza a Hitler. Aveva 39 anni. Il contesto terribile di questo scritto è l'accettazione dell'ideologia nazista da una parte della Chiesa Luterana tedesca. In particolare ci fu, in modo ufficiale, l'espulsione di tutti i Pastori non ariani. Bonhoeffer combatte una perversione della predicazione di Lutero sulla Salvezza per sola Grazia. In teoria, come cattolici, siamo protetti da questa eresia. Ma anche tra noi espressioni come "Dio ti ama come sei", o "Chi sono io per giudicare" dimenticando che papa Francesco ha fatto precedere questa espressione da "Se è sincero nel suo rapporto con Cristo ... " ! e, in genere, certi insegnamenti devianti su "Dio Amore" possono renderci preda dell'eresia della "Grazia a Buon Mercato". Questo ci fa comprendere quanto sia importante una formazione cristiana veramente fondata sul Vangelo, ieri, oggi e sempre.
LA GRAZIA A CARO PREZZO
D. Bonhoeffer (1906-1945)
La grazia a buon mercato è il nemico mortale della nostra Chiesa.
Noi oggi lottiamo per la grazia a caro prezzo. Grazia a buon mercato è grazia
considerata materiale da scarto, perdono sprecato, consolazione sprecata,
sacramento sprecato; grazia considerata magazzino inesauribile della Chiesa, da
cui si dispensano i beni a piene mani, a cuor leggero, senza limiti; grazia
senza prezzo, senza spese. L’essenza della grazia, così si dice, è appunto
questo, che il conto è stato pagato in anticipo, per tutti i tempi. E così, se
il conto è stato saldato, si può avere tutto gratis. Le spese sostenute sono
infinitamente grandi, immensa è quindi anche la possibilità di uso e di spreco.
Che senso avrebbe una grazia che non fosse grazia a buon mercato?
Grazia a buon mercato è grazia intesa come dottrina, come
principio, come sistema; è perdono dei peccati inteso come verità- generale,
come concetto cristiano di Dio. Chi la accetta, ha già ottenuto il perdono dei peccati.
La Chiesa che annunzia questa grazia, in base a questo suo insegnamento è già
partecipe della grazia. In questa Chiesa il mondo vede cancellati, per poco
prezzo, i peccati di cui non si pente e dai quali tanto meno desidera essere
liberato. Grazia a buon mercato, perciò, è rinnegamento della Parola vivente di
Dio, rinnegamento dell’incarnazione della Parola di Dio.
Grazia a buon mercato è giustificazione non del peccatore, ma del peccato. Visto che la grazia fa tutto da sé, tutto può andare avanti come prima. “E’ inutile che ci diamo da fare”. Il mondo resta mondo e noi restiamo peccatori “anche nella migliore delle vite”. Perciò anche il cristiano viva come vive il mondo, si adegui in ogni cosa al mondo e non si periti in nessun modo - a scanso di essere accusato dell’eresia di fanatismo – di condurre, sotto la grazia, una vita diversa da quella che conduceva sotto il peccato. Si guardi bene dall’infierire contro la grazia, dall’offendere la grande grazia data a buon mercato, dall’erigere una nuova schiavitù dell’interpretazione letterale, tentando di condurre una vita in obbedienza ai comandamenti di Gesù Cristo! Il mondo è giustificato per grazia, e perciò - in nome della serietà di questa grazia! per non opporsi a questa insostituibile grazia! - il cristiano viva come vive il resto del mondo! Certo, il cristiano desidererebbe fare qualcosa di straordinario; è senza dubbio la rinuncia più difficile quella di non farlo, ma di dover vivere come il mondo! Ma il cristiano deve accettare questo sacrificio, essere pronto a rinunciare a se stesso e a non distinguersi, nel suo modo di vivere, dal mondo. Deve lasciare che la grazia sia veramente grazia, in modo da non distruggere la fede del mondo in questa grazia a buon mercato. Il cristiano sia, nella sua vita secolare, in questo sacrificio inevitabile che deve compiere per il mondo - anzi, per la grazia! - tranquillo e sicuro nel possesso di questa grazia che fa tutto da sé. Il cristiano, dunque, non segua Cristo, ma si consoli della grazia! Questa grazia a buon mercato, che è giustificazione del peccato, e non giustificazione del peccatore penitente che si libera dal suo peccato e torna indietro; non perdono del peccato che separa dal peccato. Grazia a buon mercato è quella grazia che noi concediamo a noi stessi.
Grazia a buon mercato è annunzio del perdono senza pentimento, è
battesimo senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei
peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon mercato è grazia
senza che si segua Cristo, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente,
incarnato.
Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del
quale l’uomo va e vende tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa, per il
cui acquisto il commerciante dà tutti i suoi beni; la Signoria di Cristo, per la
quale l’uomo si cava l’occhio che lo scandalizza, la chiamata di Gesù Cristo
che spinge il discepolo a lasciare le sue reti e a seguirlo.
Grazia a caro prezzo è l’Evangelo che si deve sempre di nuovo
cercare, il dono che si deve sempre di nuovo chiedere, la porta alla quale si
deve sempre di nuovo picchiare.
È a caro prezzo perché ci chiama a seguire, è grazia, perché
chiama a seguire Gesù Cristo; è a caro prezzo, perché l’uomo l’acquista al
prezzo della propria vita, è grazia, perché proprio in questo modo gli dona la vita;
è cara, perché condanna il peccato, è grazia, perché giustifica il peccatore.
La grazia è a caro prezzo soprattutto perché è costata molto a Dio; a Dio è
costata la vita del suo Figliolo - “siete stati comperati a caro prezzo” - e
perché per noi non può valere poco ciò che a Dio è costato caro. È soprattutto
grazia, perché Dio non ha ritenuto troppo caro il suo Figlio per riscattare la
nostra vita, ma lo ha dato per noi. Grazia cara è l’incarnazione di Dio.
Grazia a caro prezzo è la grazia ritenuta cosa sacra a Dio, che
deve essere protetta di fronte al mondo, che non deve essere gettata ai cani; è
grazia perché Parola vivente, Parola di Dio, che lui stesso pronuncia come gli
piace. Essa ci viene incontro come misericordioso invito a seguire Gesù,
raggiunge lo spirito umiliato ed il cuore contrito come parola di perdono. La
grazia è a caro prezzo perché aggioga l’uomo costringendolo a seguire Gesù
Cristo, ma è grazia il fatto che Gesù ci dice: “Il mio giogo è soave e il mio
peso leggero”.
Valtorta App
RispondiEliminahttps://app.mariavaltorta.com/sgit21
Caro anonimo, non capisco il collegamento tra il post e questo sito riferito a Maria Valtorta. Ho letto tanti anni fa qualche scritto della Valtorta ed era una meditazione molto accettabile sul Vangelo, con dei particolari che rivelavano la sensibilità femminile dell'autrice e di stile rivista di moda. In ogni caso, anche se non ho letto nulla di reprensibile, la Chiesa ha concluso che non c'era nulla di ispirato in lei e lo voglio ribadire qui per aiutare qualcuno che potrebbe essere ingannato. Chi conosce i vangeli apocrifi riconosce subito che è lo stesso stile, la stessa impostazione. fra Sereno
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