Dietrich Bonhoeffer con studenti. |
Innanzitutto rallegriamoci di ascoltare queste letture. È segno che per noi la porta è ancora aperta!
Il
passo della lettera agli ebrei di oggi collega riposo (entrare nel riposo di Dio),
fede e obbedienza. Avere fede significa fare fiducia a Dio e,
di conseguenza, obbedire a Lui, al suo piano di salvezza. Questo permette di
riposarsi profondamente, di calmare il cuore: infatti il frutto dello Spirito è
“amore, gioia, pace,
pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22). Questo frutto non nasce dallo
sforzo umano ma dalla fede, cioè dall’appoggiarsi a Dio come Unica Roccia: Lui
sa e mi ama, mi custodisce anche se non lo vedo, si prende cura di me anche se
sembra che dorme e che tutto è contro di me, e il mio cuore riposa (Solo in Dio riposa l'anima mia; da lui la
mia salvezza. … da lui la mia speranza. (Sal 61:2.6; vedi Is 14:7, Is
57:2; Salmo 15:9).
Dal Vangelo impariamo che il riposo di
Dio è attività. Infatti portano a Gesù un paralitico perché lo guarisca. Ma non
potendo avvicinarsi per la porta salgono con tutto il paralitico e la barella e
scoperchiano il tetto per calarlo ai piedi di Gesù. In questo modo di fare audace
Gesù vede fede, quindi riposo, e obbedienza. Il riposo è un cuore che, fragile
e tentato come tutti i cuori, obbedisce a Dio, all’amore.
L’attività di chi si agita
è diversa: “Tutti i suoi giorni non sono
che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte.
Anche questo è vanità!” (Ec 2:23; vedi Sir 40:6 )
Certamente c'è una grande
differenza tra chi è ancora piccolo nella fede ed è ancora condizionato dalle
sue ferite e traumi ma impara poco a poco a fidarsi di Dio e chi invece sceglie
di seguire le opere dell’egoismo. San Paolo fa un elenco impressionante di queste
opere dell’egoismo e difficilmente riusciremo a riconoscerci in tutte: : “fornicazione,
impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia,
gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del
genere” (Gal 5,19-21). Ma purtroppo inimicizie, discordie, gelosie, dissensi,
divisioni, fazioni, invidie, sono comunemente diffuse anche tra noi che ci
diciamo cristiani. Tali opere non nascono dal riposo
divino, dalla fede e dall’obbedienza.
Esiste anche il falso riposo, frutto di ciò che Dietrich Bonhoeffer, grande Pastore Luterano e testimone di Cristo, chiamava “l’insegnamento della grazia a buon mercato”, colpevole secondo lui di aver permesso a Hitler di prendere il potere senza resistenza da parte delle Chiese: “La grazia a buon mercato è il nemico mortale della nostra Chiesa ... Grazia a buon mercato è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon mercato è grazia senza che si segua Cristo, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente, incarnato.” (D. Bonhoeffer, Sequela ).
Prima Lettura Eb 4, 1-5.11
Affrettiamoci ad
entrare in quel riposo.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto:
«Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo!».
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!».
Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 77
Proclameremo le tue opere, Signore.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore.
Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro
figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi.
Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
Canto al Vangelo Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
Vangelo Mc 2, 1-12
Il Figlio dell'uomo ha il
potere di perdonare i peccati sulla terra.
Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e
si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla
porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non
potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto
nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui
era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla
così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù,
conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché
pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico
“Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e
cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati,
prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne
andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto
nulla di simile!».
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