Le letture sottolineano tre punti.
1.L’importanza centrale del Kerigma,
del "lieto annuncio di bene". Quanto è
presente il kerigma nella vita della gente? Sono diventato cristiano perché
ho sperimentato il kerigma con quel prete incontrato dove mai avrei immaginato di farlo, ancora meno che diventi fondamentale per la mia vita: in mezzo ai
musulmani. In una confessione che cambiò tutta la mia vita, l’esperienza superò totalmente le parole che ho potuto ricordare dopo. Per questo dico che
ho sperimentato il kerigma. Una frase però ricordo che mi lasciò spiazzato: “lei si
colpevolizza troppo”. Mai avrei immaginato che un
prete potesse dirmi una cosa del genere. I preti dovevano ammonire, magari
rimproverare. Eppure nemmeno lui mi annunciò il kerigma. Meglio sperimentare e
cambiare piuttosto che ascoltare parole! Giustissimo. Ma il kerigma non sono
parole vuote. Ora, il kerigma così come lo troviamo, diretto, essenziale, nella Scrittura,
l’ho ascoltato per la prima volta quando ero già prete.
Eppure è la base del Cristianesimo. Siamo pieni di preghiere, di formule,
di sacramenti, di devozioni, di novene, di feste e memorie liturgiche, di
consigli per migliorare, ma quando chiedo alle persone cosa è il Cristianesimo non
sanno rispondermi. Ho chiesto ad un amico molto impegnato nella Chiesa: se tu fossi diventato credente nel 40 dopo Cristo, non c'erano chiese e basiliche, statue, novene, frati e suore, processioni, …
come immagini la tua vita cristiana? Rispose: "la prima parola che mi viene è un
grande vuoto!”
Il kerigma, questo “primerear” assoluto di Dio in Gesù Cristo, perché non
siamo stati noi ad amare Dio ma lui ci ha amati per primo, gratuitamente, ci ha scelti e noi non
abbiamo scelto lui, deve essere annunciato perché è la base, e deve essere continuamente
reso presente perché continuamente ci sfugge, ritorniamo ai sensi di colpa o al
nostro moralismo, o a una religione inventata dagli uomini…
È un amore che ci lega, al quale bisogna obbedire, dare credito,
perché non c'è altra salvezza possibile, altro fondamento, altra possibilità di
vittoria sulla morte.
2.Gli apostoli lasciano tutto, subito.
3.Gesù non ha paura dei legami di sangue. Simone e
Andrea sono fratelli, Giacomo e Giovanni anche. Certo ci sono dei rischi. Sappiamo dell’episodio di
Giacomo e Giovanni e la loro mamma… ma è anche una buona base per l’amore che deve
unire i fratelli spirituali. San
Francesco lo prende come pietra di paragone: “poiché se la madre ama e nutre il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il
suo fratello spirituale?” Regola bollata, VI.
Prima
Lettura Rm 10,9-18
La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro:
«Per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino agli estremi confini del mondo le loro parole».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli
narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza
linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Canto al Vangelo Mt
4,19
Alleluia, alleluia.
Venite dietro a me,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia.
Vangelo Mt 4,18-22
Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due
fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti
in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò
pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni
suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro
reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo
seguirono.
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