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venerdì 20 novembre 2020

QUANTO VALE LA REPUTAZIONE DI UN CARDINALE? / venerdì XXXIII sett. T.O.

 


James Tissot - Gesù davanti al Tribunale.

«Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Questo Vangelo arriva in coincidenza con la querela del Cardinal Becciu, non ancora indagato, al giornale L’Espresso che avrebbe rovinato la sua reputazione e quella della sua famiglia con una campagna mediatica denigratoria sistematica.

Nulla di male che un Cardinale voglia, in circostanze gravi, difendersi da accuse ingiuste. Anche Gesù ha difeso la sua reputazione. Vedi per esempio Giovanni 10,31 ss., 18,20 ss, ecc. Quando Gesù si comporta così però si mette sempre al servizio della crescita delle persone e della credibilità della missione ricevuta dal Padre. Un Cardinale può sentirsi in coscienza di dover fare lo stesso. Ma secondo i vari organi di stampa, il Cardinal Becciu avrebbe chiesto un risarcimento di 10 milioni di euro, promettendo di devolvere questa somma in beneficenza. Quanto vale in euro la reputazione di un Cardinale? Credo che sarebbe stato più evangelico chiedere un risarcimento morale, col solito euro simbolico. Anche se vengono devoluti in beneficenza, valutare in soldi quello che dovrebbe essere tutto un “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” suona male. Il servizio alla Chiesa e al Regno non è una carriera. Si rende servizio al mondo seguendo Gesù, e questo può comportare anche il “Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari”! (Matteo 10,25).

“Mangiare” il Vangelo – il piccolo libro – che parla di amore e di tenerezza, dipana un orizzonte di pace meraviglioso ed esalta pure il coraggio dei testimoni, è dolce al palato ma quando sono toccato dall’ingiustizia o dalla prova, dalle umiliazioni, scegliere di seguire il Vangelo può essere amaro nel profondo delle viscere.

Noi che siamo in basso e piccoli non chiediamo milioni di risarcimento a chi ci taglia la strada o ci soffoca, ma nel nostro piccolo, pur “non facendo nulla di male” trasformiamo la nostra vita e il tempio del Signore in casa di lamentele, resistendo alle ingiustizie, sia facendo il braccio di ferro che “prostituendoci” per ottener vita o tenere la nostra vita lontana dalle esigenze della conversione totale.

Perché la Chiesa è andata avanti solo con la santità di Gesù riflessa nei cristiani, e perché siamo un corpo solo, dal Papa fino a noi, oggi scegliamo di fare della nostra vita “una casa di preghiera” accettando tutta l’amarezza, momentanea, della purificazione che ci propone il Signore nella sua misericordia.

Un santo frate cappuccino venne accusato di un peccato grave e per questo privato per molto tempo di fare la comunione, additato come peccatore da tutta la comunità e dalle persone dei dintorni. Quando venne fuori la verità il Superiore gli chiese: “perché non hai detto niente?” – “Perché non me l’hai chiesto e nelle nostre Costituzioni è scritto che nessun frate si giustifichi davanti al Superiore”.

 

Prima Lettura   Ap 10, 8-11
Presi quel piccolo libro e lo divorai.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, udii una voce dal cielo che diceva: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra».
Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele».
Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 118 
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi. 

Canto al Vangelo   
Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo   Lc 19, 45-48
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. 

 

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