San Paolo e lo schiavo Onesimo. |
San Paolo è ben cosciente che un avvenimento
fondante del suo popolo è la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto, e che,
specie alla Luce di Cristo, la riduzione in schiavitù di un essere umano da
parte di un altro non deve esistere. Ma non ne fa una battaglia di principio. Da
parte sua è solo opportunismo perché il mondo antico e la sua economia sono
fondati sulla schiavitù e attaccare di fronte questa realtà potrebbe apparire
una lotta votata al fallimento? San Paolo è certamente realista ma egli ha un altro
motivo: sa che conta seguire Cristo, conformarsi a lui nell’amore prendendo la
propria croce. Se non è radicata questa verità nel cuore dei credenti, la lotta
sociale può essere fuorviante, come quando di fronte alla moltiplicazione dei
pani le folle cercano Gesù per farlo Re. Inoltre Paolo sa che le lotte sociali per
i diritti, senza un cambiamento diffuso di mentalità, sfociano spesso in contrapposizioni
violenti e dannose. “Cambiare l’albero senza cambiare le scimmie non porta
nessun cambiamento”. È il doppio errore che ha fatto una parte della Teologia
della Liberazione.
Gesù vuole che i suoi discepoli siano il fermento nella
pasta. Direbbe papa Francesco: “Non occupare spazi, ma lanciare processi”. È ciò
che fa san Paolo riguardo alla schiavitù. Lo troviamo accennato in vari momenti
nel Nuovo Testamento, e in modo bellissimo ed esplicito nella lettera a
Filemone. Ma affinché un processo nuovo abbia futuro e porti frutto bisogna che
chi lo lancia sia radicato nella croce di Cristo. Ce lo testimonia oggi il vescovo
san Giosafat con la sua dolcezza e il suo amore fino al martirio.
Prima
Lettura Fm 1, 7-20
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati.
Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.
Il
Signore rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il
Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli
sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Canto al Vangelo Gv 15,5
Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.
Vangelo Lc 17, 20-25
Il regno di Dio è in mezzo a voi.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?».
Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione,
e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di
Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno
solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo
là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore,
guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo
nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato
da questa generazione».
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