I personaggi
72. La parabola comincia con i briganti. Il punto di partenza che Gesù
sceglie è un’aggressione già consumata. Non fa sì che ci fermiamo a lamentarci
del fatto, non dirige il nostro sguardo verso i briganti. Li conosciamo.
Abbiamo visto avanzare nel mondo le dense ombre dell’abbandono, della violenza
utilizzata per meschini interessi di potere, accumulazione e divisione. La
domanda potrebbe essere: lasceremo la persona ferita a terra per correre
ciascuno a ripararsi dalla violenza o a inseguire i banditi? Sarà quel ferito
la giustificazione delle nostre divisioni inconciliabili, delle nostre
indifferenze crudeli, dei nostri scontri intestini?
73. Poi la parabola ci fa fissare chiaramente lo sguardo su quelli che
passano a distanza. Questa pericolosa indifferenza di andare oltre senza
fermarsi, innocente o meno, frutto del disprezzo o di una triste distrazione,
fa dei personaggi del sacerdote e del levita un non meno triste riflesso di
quella distanza che isola dalla realtà. Ci sono tanti modi di passare a
distanza, complementari tra loro. Uno è ripiegarsi su di sé, disinteressarsi
degli altri, essere indifferenti. Un altro sarebbe guardare solamente al di
fuori. Riguardo a quest’ultimo modo di passare a distanza, in alcuni Paesi, o
in certi settori di essi, c’è un disprezzo dei poveri e della loro cultura, e
un vivere con lo sguardo rivolto al di fuori, come se un progetto di Paese
importato tentasse di occupare il loro posto. Così si può giustificare
l’indifferenza di alcuni, perché quelli che potrebbero toccare il loro cuore
con le loro richieste semplicemente non esistono. Sono fuori dal loro orizzonte
di interessi.
74. In quelli che passano a distanza c’è un particolare che non possiamo
ignorare: erano persone religiose. Di più, si dedicavano a dare culto a Dio: un
sacerdote e un levita. Questo è degno di speciale nota: indica che il fatto di
credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace. Una
persona di fede può non essere fedele a tutto ciò la fede stessa esige, e
tuttavia può sentirsi vicina a Dio e ritenersi più degna degli altri. Ci sono
invece dei modi di vivere la fede che favoriscono l’apertura del cuore ai
fratelli, e quella sarà la garanzia di un’autentica apertura a Dio. San
Giovanni Crisostomo giunse ad esprimere con grande chiarezza tale sfida che si
presenta ai cristiani: «Volete onorare veramente il corpo di Cristo? Non
disprezzatelo quando è nudo. Non onoratelo nel tempio con paramenti di seta,
mentre fuori lo lasciate a patire il freddo e la nudità».[58] Il
paradosso è che, a volte, coloro che dicono di non credere possono vivere la
volontà di Dio meglio dei credenti.
[58] Homiliae in
Mattheum, 50, 3-4: PG 58, 508.
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