Una storia che si ripete
69. La narrazione è semplice e lineare, ma contiene tutta la dinamica della
lotta interiore che avviene nell’elaborazione della nostra identità, in ogni esistenza
proiettata sulla via per realizzare la fraternità umana. Una volta incamminati,
ci scontriamo, immancabilmente, con l’uomo ferito. Oggi, e sempre di più, ci
sono persone ferite. L’inclusione o l’esclusione di chi soffre lungo la strada
definisce tutti i progetti economici, politici, sociali e religiosi. Ogni
giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure
viandanti indifferenti che passano a distanza. E se estendiamo lo sguardo alla
totalità della nostra storia e al mondo nel suo insieme, tutti siamo o siamo
stati come questi personaggi: tutti abbiamo qualcosa dell’uomo ferito, qualcosa
dei briganti, qualcosa di quelli che passano a distanza e qualcosa del buon
samaritano.
70. È interessante come le differenze tra i personaggi del racconto risultino
completamente trasformate nel confronto con la dolorosa manifestazione
dell’uomo caduto, umiliato. Non c’è più distinzione tra abitante della Giudea e
abitante della Samaria, non c’è sacerdote né commerciante; semplicemente ci
sono due tipi di persone: quelle che si fanno carico del dolore e quelle che
passano a distanza; quelle che si chinano riconoscendo l’uomo caduto e quelle
che distolgono lo sguardo e affrettano il passo. In effetti, le nostre
molteplici maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: è
l’ora della verità. Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci
chineremo per caricarci sulle spalle gli uni gli altri? Questa è la sfida
attuale, di cui non dobbiamo avere paura. Nei momenti di crisi la scelta
diventa incalzante: potremmo dire che, in questo momento, chiunque non è
brigante e chiunque non passa a distanza, o è ferito o sta portando sulle sue
spalle qualche ferito.
71. La storia del buon samaritano si ripete: risulta sempre più evidente che
l’incuranza sociale e politica fa di molti luoghi del mondo delle strade
desolate, dove le dispute interne e internazionali e i saccheggi di opportunità
lasciano tanti emarginati a terra sul bordo della strada. Nella sua parabola,
Gesù non presenta vie alternative, come ad esempio: che cosa sarebbe stato di
quell’uomo gravemente ferito o di colui che lo ha aiutato se l’ira o la sete di
vendetta avessero trovato spazio nei loro cuori? Egli ha fiducia nella parte
migliore dello spirito umano e con la parabola la incoraggia affinché aderisca
all’amore, recuperi il sofferente e costruisca una società degna di questo
nome.
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