Andare oltre un mondo di soci
101. Riprendiamo ora la parabola del buon samaritano, che ha ancora molto da
proporci. C’era un uomo ferito sulla strada. I personaggi che passavano accanto
a lui non si concentravano sulla chiamata interiore a farsi vicini, ma sulla
loro funzione, sulla posizione sociale che occupavano, su una professione di
prestigio nella società. Si sentivano importanti per la società di quel tempo e
ciò che premeva loro era il ruolo che dovevano svolgere. L’uomo ferito e
abbandonato lungo la strada era un disturbo per questo progetto,
un’interruzione, e da parte sua era uno che non rivestiva alcuna funzione. Era
un “nessuno”, non apparteneva a un gruppo degno di considerazione, non aveva
alcun ruolo nella costruzione della storia. Nel frattempo, il samaritano generoso
resisteva a queste classificazioni chiuse, anche se lui stesso restava fuori da
tutte queste categorie ed era semplicemente un estraneo senza un proprio posto
nella società. Così, libero da ogni titolo e struttura, è stato capace di
interrompere il suo viaggio, di cambiare i suoi programmi, di essere
disponibile ad aprirsi alla sorpresa dell’uomo ferito che aveva bisogno di lui.
102. Quale reazione potrebbe suscitare oggi questa narrazione, in un mondo
dove compaiono continuamente, e crescono, gruppi sociali che si aggrappano a
un’identità che li separa dagli altri? Come può commuovere quelli che tendono a
organizzarsi in modo tale da impedire ogni presenza estranea che possa turbare
questa identità e questa organizzazione autodifensiva e autoreferenziale? In
questo schema rimane esclusa la possibilità di farsi prossimo, ed è possibile
essere prossimo solo di chi permetta di consolidare i vantaggi personali. Così
la parola “prossimo” perde ogni significato, e acquista senso solamente la
parola “socio”, colui che è associato per determinati interessi.[80]
[80] In queste
considerazioni mi lascio ispirare dal pensiero di Paul Ricoeur, “Il socio ed il
prossimo”, in Histoire et vérité, Ed. du Seuil, Paris 1967,
113-127.
Nessun commento:
Posta un commento