Sottomissioni e disprezzo di sé
51. Alcuni Paesi forti dal punto di vista economico vengono presentati come
modelli culturali per i Paesi poco sviluppati, invece di fare in modo che
ognuno cresca con lo stile che gli è peculiare, sviluppando le proprie capacità
di innovare a partire dai valori della propria cultura. Questa nostalgia
superficiale e triste, che induce a copiare e comprare piuttosto che creare, dà
luogo a un’autostima nazionale molto bassa. Nei settori benestanti di molti
Paesi poveri, e a volte in coloro che sono riusciti a uscire dalla povertà, si
riscontra l’incapacità di accettare caratteristiche e processi propri, cadendo
in un disprezzo della propria identità culturale, come se fosse la causa di
tutti i mali.
52. Demolire l’autostima di qualcuno è un modo facile di dominarlo. Dietro le
tendenze che mirano ad omogeneizzare il mondo, affiorano interessi di potere
che beneficiano della scarsa stima di sé, nel momento stesso in cui, attraverso
i media e le reti, si cerca di creare una nuova cultura al
servizio dei più potenti. Da ciò traggono vantaggio l’opportunismo della
speculazione finanziaria e lo sfruttamento, dove i poveri sono sempre quelli
che perdono. D’altra parte, ignorare la cultura di un popolo fa sì che
molti leader politici non siano in grado di promuovere un
progetto efficace che possa essere liberamente assunto e sostenuto nel tempo.
53. Si dimentica che «non c’è peggior alienazione che sperimentare di non
avere radici, di non appartenere a nessuno. Una terra sarà feconda, un popolo
darà frutti e sarà in grado di generare futuro solo nella misura in cui dà vita
a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami
di integrazione tra le generazioni e le diverse comunità che lo compongono; e
anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi,
allontanandoci sempre gli uni dagli altri».[50]
[50] Discorso alle Autorità,
alla società civile e al Corpo diplomatico, Tallin – Estonia (25 settembre
2018): L’Osservatore Romano, 27 settembre 2018, p. 7.
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