Da alcuni giorni i Media rilanciano una lettera della Segreteria di Stato del Vaticano che chiarisce le espressioni di papa Francesco nel Documentario “Francesco” che hanno tanto fatto parlare. Questa lettera conferma ciò che avevamo capito dopo un po’ di incertezza nei primi giorni. È stata premiata la pazienza, e spero sempre per me e per i miei amici tutti che impariamo ogni volta meglio ad avere una sana diffidenza sia verso i titoli della Stampa che verso le nostre reazioni emotive immediate. Qualcuno voleva scrivere al Papa, qualcuno l’ha chiamato Anticristo, qualcuno si è appellato alla Bibbia citando le letture del giorno… Era giusto preoccuparsi di comprendere bene riguardo ad un argomento così sensibile, però bisogna comprendere anche che, oltre alla grande ignoranza delle materie di Chiesa della maggior parte di coloro che ne scrivono, la logica della stampa tante volte non è di formarti e nemmeno informati ma solo di farti leggere, comprare, cliccare…
Ecco una mia traduzione della lettera
e il testo originale sotto in spagnolo.
PER COMPRENDERE ALCUNE ESPRESSIONI DEL PAPA
NEL DOCUMENTARIO “FRANCESCO”.
Alcune affermazioni, contenute nel
documentario “Francesco” del regista Evgeny Afineesvsky, hanno suscitato, nei
giorni passati, diverse reazioni e interpretazioni. Per tanto si vuole offrire
alcuni elementi utili con il desiderio di favorire, per Sua disposizione,
un’adeguata comprensione delle parole del Santo Padre.
Più di un anno fa, durante un’intervista, papa Francesco ha risposto a due domande distinte, in due momenti diversi, che nel documentario in questione, sono state pubblicate come una sola risposta senza la dovuta contestualizzazione, ciò che ha creato confusione. Il Santo Padre aveva fatto in primo luogo un riferimento pastorale circa la necessità che, all'interno della famiglia, il figlio o la figlia con orientazione omosessuale non siano mai discriminati. A loro si riferiscono le parole: “le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia; sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia. Non si può cacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile per questo motivo”.
Il seguente paragrafo della
Esortazione apostolica post sinodale sull’amore nella famiglia Amoris Laetitiae
(2016) può illuminare tali espressioni: “Con i Padri
sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono
l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale,
esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo
anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento
sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura
di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione» e particolarmente ogni
forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece
di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la
tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e
realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita.” (n. 250).
Una domanda successiva
dell’intervista era invece inerente a una legge locale di dieci anni fa in
Argentina sui “matrimoni ugualitari di coppie dello stesso sesso” e
all’opposizione dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires al riguardo. A questo proposito
papa Francesco ha affermato che “è una incongruenza parlare di matrimonio
omosessuale”, aggiungendo che, in questo stesso contesto, aveva parlato del diritto
di queste persone ad avere una certa copertura legale: “quello che dobbiamo
fare è una legge di convivenza civile; hanno diritto ad avere una copertura
legale. Io ho difeso questo”.
Il Santo Padre si era espresso così durante
una intervista del 2014: “il matrimonio è tra un uomo e una donna. Gli
Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse
situazioni di convivenza, mossi dall’esigenza di regolare aspetti economici tra
le persone, come per esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di
patti di convivenza di varia natura, dei quali non saprei fare un elenco delle differenti
forme. È necessario vedere i vari casi e valutarli nella loro varietà”.
Perciò,
è evidente che papa Francesco si è riferito a determinate disposizioni statali,
non certamente alla dottrina della Chiesa, molte volte riaffermata nel corso
degli anni.
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