“Chiunque tu sia, o uomo che giudichi,
non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te
stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose.”
Sento già la risposta di tanti fedeli: “ma io queste
cose non le faccio”: Spieghiamoci meglio con una frase del Papa: “quando ho
finito un colloquio con un carcerato, mi dico: perché lui sta in carcere e io
no?” È ovvio che papa Francesco non ha mai fatto reati che potevano portarlo in
carcere, ma sa di essere un peccatore meritevole di castighi a fronte delle tante
grazie ricevute. Se non comprendi nemmeno questo ti lascio meditare da solo.
«Maestro, dicendo questo, tu offendi
anche noi».
Mi colpisce
la difficoltà dei farisei e di tutti noi a comprendere qual è il nostro peccato
di fondo e la facilità invece a sentirsi offesi. Chiediamo a Dio di vedere la nostra
trave e iniziamo subito a chiederlo dicendo: “Signore Gesù, Figlio del Dio vivo,
abbi pietà di noi peccatore”. Ripetiamo questa preghiera, tante volte, fin quando
non avremo ottenuto la luce.
Il 13 ottobre 1917, giorno dell'ultima apparizione a Fatima, durante il miracolo del Sole la folla si sentì nella luce di Dio e molti si misero spontaneamente in ginocchio chiedendo perdono dei loro peccati.
Prima
Lettura Rm 2, 1-11
Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere, al Giudeo prima come al
Greco.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità.
Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia.
Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 61
Secondo le sue opere, Signore, tu ripaghi ogni uomo.
Solo
in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.
Solo
in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
Confida
in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Lc 11, 42-46
Guai a voi, farisei; guai a voi, dottori della legge.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima
sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e
l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle.
Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle
piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la
gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo,
tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge,
che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate
nemmeno con un dito!».
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