Il pericolo turco scampato a Lepanto è all’origine della memoria di oggi che ricorda con gratitudine l’aiuto
della Vergine Maria invocata con fervore col rosario in quei giorni di grande trepidazione.
La storia dice che la vittoria di Lepanto non fu così decisiva sul piano
militare ma diede alle Nazioni cristiane quell’imput di fiducia positiva di grandissimo
valore, probabilmente determinante per il futuro.
Qualcuno invoca lo spirito di Lepanto chiedendo
di respingere dall’Europa i musulmani che non usano più le armi ma la loro forza
demografica. Come si può ragionare così? Papa Francesco, dopo i suoi predecessori,
ritorna spesso sull’inverno demografico europeo e in particolare italiano. Papa
Giovanni Paolo II ricordava come non avere figli da parte di una società è un
atto concreto di sfiducia nel Dio della Vita, nel Dio del futuro. È molto chiaro.
Ora è da più di mezzo secolo che l’Italia “cattolica” è in crisi profonda di
natalità. E se si crea un vuoto, qualcuno lo riempirà certamente (chiamato da
noi stessi).
Quindi preghiamo con tanto fervore il
Rosario, non contro i musulmani ma per la conversione dei battezzati, che
ricomincino a credere in Dio, fino a far risplendere la luce e la carità del Vangelo davanti
ad ogni uomo, che sia musulmano o meno. A Lepanto c'era la minaccia delle armi.
Anche oggi chiediamo umilmente la protezione della Vergine contro il
terrorismo, contro i pericoli. Ma il pericolo più grande è la mancanza di fede.
Siamo contro il buonismo che è una pigrizia, non viene da una fede viva. Ma la
soluzione non può essere mondana, aizzare all’odio contro gli immigrati o
chiunque, un alzare i muri, difendere “valori cristiani” che non sono cristiani
o comunque con mezzi che non sono cristiani. Che vergogna la retorica “cristiana”
di alcuni, anche nelle nostre parrocchie.
La soluzione per un cristiano può essere solo quella delle letture di oggi: essere “assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria, la madre di
Gesù” per fare il vuoto dentro di sé per accogliere lo Spirito Santo. Può essere
solo il rispondere alla Parola: "Eccomi,
sono la serva (il servo) del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
È necessario ricordare che la situazione degli
Apostoli era di timore umano grande, per il pericolo reale fuori, aumentato dai
fantasmi che crea la fantasia? Oppure ricordare che il sì di Maria all’angelo
non è stato quello di una sposa in mezzo agli applausi degli amici, con la
prospettiva di una bella casa tutta arredata dopo il viaggio di nozze, ma il rinunciare ad ogni appoggio umano per fidarsi solo di Dio?
Prima Lettura Erano perseveranti e concordi
nella preghiera, insieme a Maria, la madre di Gesù.
Dagli atti degli apostoli. At 1,12-14
[Dopo che Gesù fu assunto in cielo,] i discepoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.
Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
Salmo Responsoriale Da Lc 1,46-55
R. Il
Signore si è ricordato della sua misericordia.
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. R.
Perché ha guardato l'umiltà della sua
serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome. R.
Di generazione in generazione la sua
misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. R.
Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi. R.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia. Rallégrati, piena di
grazia: il Signore è con te, benedetta tu fra le donne. (Cf. Lc 1,28.42) Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu
mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine
si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia,
il Signore è con te".
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale
saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono
di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno
non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo".
Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà
la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e
chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti
dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse:
"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai
detto". E l'angelo partì da lei.
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