J. M. Sauvé, personalità di altissimo profilo consegna a Mons. E. de Moulins Beaufort il rapporto della CIASE |
È stato reso pubblico il "rapporto Sauvé" o della CIASE (Commissione Indipendente
sugli Abusi Sessuali nella Chiesa (Église)) sugli abusi all’interno della Chiesa
cattolica in Francia da parte di preti, religiosi e religiose, laici impegnati
in servizi ecclesiali, dal 1950 al 2020. Papa Francesco ha reagito
immediatamente con parole chiare e anche dure, con vicinanza alle vittime.
Le reazioni
oltr’alpe sono di grande dolore e smarrimento. Ho letto la testimonianza scritta
di getto di un prete che, pur sentendosi ferito nel profondo, ha scelto di
svolgere la sua giornata come al solito rispondendo a tutte le richieste
programmate o meno. Ho visto in queste richieste, in particolare quelle non
programmate, il senso dell’andare avanti: la fiducia nella Chiesa di Cristo risorto
da parte di chi sa di poter contare sul proprio prete. Egli ripensa alla sua vocazione e dice: se avessi
conosciuto questo lato della Chiesa sarei entrato al servizio del Vangelo in
essa allo stesso modo? Anche questa domanda intima è, paradossalmente,
segno della Chiesa bella perché significa che fin da ragazzo è stato circondato da ambienti ecclesiali sani. Qui
in Italia sembra tutto molto migliore. Quando si alzerà il coperchio, cosa succederà?
Ringrazio i vescovi francesi per il loro atto di coraggio.
Siamo comunque tutti feriti. Quando, qualche anno fa, papa Francesco ha chiesto a tutti i cattolici di pregare per questo problema mondiale, abbiamo affrontato il discorso apertamente in parrocchia. Mentre mettevo insieme due parole da dire è riemerso in me il ricordo di quando anch’io, a dieci anni, in Francia, sono stato sfiorato da questo problema, e sono stato forse salvato da qualcosa di veramente grave dall’occhio vigile di un mio fratello più grande che ne ha parlato alla mia mamma. Sul momento non ho capito, ho avuto solo molta paura e mi sono allontanato da quel prete al quale servivo la messa la mattina. Forse non sarebbe successo nulla. Non lo saprò mai. Ma solo rivedermi in quella situazione dimenticata e sentire il dolore ancora vivo di quella ferita mi ha sconvolto, pensando a quello che sarebbe potuto succedere a me, e immaginando le conseguenze sulle vittime fin troppo vere di abusi.
La Chiesa
si presenta nel suo lato oscuro e cerca di rimediare. La società tutta col
dilagare della pornografia anche infantile e molto altro è ancora più seriamente
toccata. Il crimine di un consacrato è molto più grave perché viene a violare
oltre l’umanità profonda di un bambino, anche il suo rapporto esplicito o anche
solo implicito con la fede, con Dio. Per questo papa
Francesco vuole creare una cultura nuova mondiale che generi a tutti i livelli
gli anticorpi contro questo tipo di crimini. Uno dei fattori che permette alla pedofilia
di prosperare è il silenzio.
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