Un uomo ha perso la vista ed è ridotto a mendicare. Viene informato che quel
rumore di folla è per Gesù nazareno che passa e si mette ad invocarlo con un
titolo messianico, gridando. Chiede pietà! E dà fastidio… Ma non si lascia
scoraggiare, anzi.
Senza Gesù non può fare nulla, ma continua a gridare. Quando Gesù lo
chiama, punta tutto su di lui gettando il suo mantello. - Fratello perché non rifletti?
Corri più veloce? E se il tuo Gesù non ti guarisce, come lo ritrovi il
mantello, tu che sei cieco?! Ma la preghiera insistente, anche con l’ambiente che
si fa ostile, e il gesto del mantello, significa fede. Quella fede che ottiene
la guarigione. Il frutto della fede poi è che quel cieco segue Gesù, cammina da
discepolo dietro a lui.
San Marco racconta questo episodio con un intento chiaramente spirituale. Infatti i discepoli che vedevano tutto roseo, quando Gesù, per tre volte, rivela le esigenze del Regno, si sentono scossi, non vedono tutto buio, “perdono la fede”.
Accetti che sei uno cieco che ha bisogno
di essere guarito da Gesù? - Ma io vedo benissimo. Anzi, proprio perché vedo sono
anche scoraggiato e amareggiato per questo mondo che va malissimo. Cos’altro dovrei
vedere? - Dovresti vedere la vita vera,
il progetto di salvezza di Dio per te. È scritto in un libro sigillato e
nessuno riesce ad aprirlo, se non l’agnello immolato (Apocalisse capitolo 5). L’agnello
è degno perché è stato immolato e “ e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini
di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”.
Questa è la luce che ci
manca: vedere tutto attraverso Gesù, Gesù crocifisso e risorto. Non Gesù risorto
soltanto, risorto non si sa da dove se non è morto. Non Gesù morto soltanto e
noi siamo nati per soffrire, ma Gesù crocifisso, morto e risorto, Signore del Creato
e della Storia. Se non vedi Gesù e la vita attraverso il Mistero della sua Pasqua,
non capisci più nulla e sei nelle tenebre, sei cieco. “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”
Prima
Lettura Ger 31, 7-9
Riporterò tra
le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
"Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele".
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda Lettura Eb 5, 1-6
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.
Dalla
lettera agli Ebrei
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini
viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e
sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per
quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di
debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche
per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non
chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se
stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio
figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek».
Canto al Vangelo Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mc 10,
46-52
Rabbunì, che io veda di nuovo!
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai
suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco,
sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a
gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava
ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse:
«Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per
te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli
disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva
lungo la strada.
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