Champ de Mars, JMJ 1997. |
San Paolo dice che il
male che egli compie non lo fa lui, ma il peccato che abita in lui. Potrebbe essere interpretato
in modo molto deresponsabilizzante. Quante volte, come gli altri, anche noi ci
discolpiamo facilmente: sono fatto così, è più forte di me, non ci posso fare
nulla. La storia dei raptus, quando non sono una scusa, ci fanno capire che ci sono
infatti delle forze molto potenti dentro di noi. Eppure fin dalle prime pagine
della Bibbia Dio dice a Caino: “il peccato è accovacciato
alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo” (Gen. 4,7).
San Paolo non cerca
di deresponsabilizzarci ma di aprirci gli occhi su una realtà enorme: nessun
uomo con le proprie forze potrà compiere la giustizia, nemmeno con le tante
preghiere. Senza la Grazia sono “venduto al peccato”, “rinchiuso sotto il
peccato”. Ma la Grazia esiste, è arrivata per liberarci. È la mia unica
opportunità per essere salvo, per uscire dalla logica del peccato e della morte,
dell’egoismo che mi obbliga a cercare me stesso in tutto, a riportare tutto a
me.
Ma se la Grazia è l’unico
mio ricorso, io posso discernere i segni dei tempi e ho l’obbligo di accogliere
la Grazia, di lasciarmi guidare da essa, e
anche di cercarla. “Sono inescusabili!...” tuona Paolo all’inizio di questa lettera
ai Romani. “Mi dicono che l'uomo non è capace di vivere certi precetti morali! Ma di quale uomo parliamo? – diceva Giovanni Paolo II al Champ de
Mars durante la GMG, con la voce rauca per la tosse – dell’uomo senza la Grazia o dell’uomo con la Grazia?"
PRIMA LETTURA
Chi mi libererà da questo corpo
di morte?
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 7,18-25a
Fratelli,
io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il
desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il
bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non
voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Dunque io trovo
in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti
nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra
legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della
legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da
questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro
Signore! Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)
R.
Insegnami, Signore, i tuoi decreti.
Insegnami
il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho
fiducia nei tuoi comandi.
Tu sei
buono e fai il bene:
insegnami i
tuoi decreti. R.
Il tuo
amore sia la mia consolazione,
secondo la
promessa fatta al tuo servo.
Venga a me
la tua misericordia e io avrò vita,
perché la
tua legge è la mia delizia. R.
Mai
dimenticherò i tuoi precetti,
perché con
essi tu mi fai vivere.
Io sono
tuo: salvami,
perché ho
ricercato i tuoi precetti. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Mt 11,25)
R.
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché
ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. R. Alleluia.
VANGELO
Sapete valutare l’aspetto della
terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?
+ Dal Vangelo secondo Luca 12,54-59
In
quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da
ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo
scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare
l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?
E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo
avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo
con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti
consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non
uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore.
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