Visualizzazioni totali

sabato 2 ottobre 2021

PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO 4/4 ... e il criterio della santità.

 

B. Carlo Acutis (1990 - 2005)

3.La misericordia della Chiesa strumentalizzata:

Abbiamo capito che anche per i tradizionalisti che vogliono rimanere nella Chiesa, il loro attaccamento alla Messa del 1962, prima del Concilio Vaticano II, scaturisce, oltre che da un attaccamento affettivo (mi piace, sono abituato così, i miei genitori mi hanno insegnato…) dall’ignoranza di ciò che è la Tradizione viva della Chiesa. Ma per evitare che qualcuno si senta rigettato dalla Chiesa senza poter valutare con chiarezza il proprio errore, papa Giovanni Paolo II ha voluto creare una corsia di attesa permettendo ancora di celebrare con il vecchio rito. Per sedare i conflitti che sorgevano in varie diocesi, Papa Benedetto ha rafforzato questa concessione e ha deciso di gestire tutto da Roma, nonpi nelle singole diocesi. Il risultato, secondo un’inchiesta approfondita presso tutti i vescovi del mondo è, secondo il Papa oggi, che questa generosità, a cinquant’anni dal Concilio, è stata strumentalizzata spesso per costruire una Chiesa parallela, quando non una nicchia comoda per alcuni preti (le cosiddette parrocchie personali). L’obbligo di custodire l’unità della Chiesa impone al Papa di reagire di fronte a questi abusi di scisma strisciante molto più grave di tanti abusi liturgici, pur deplorevoli, da parte di comunità che usano il Messale del Concilio.

Questo è quello che manca a chi si arrocca sulla Messa tridentina: la fede. E anche spesso la buona fede. Chi finora ha usato del permesso di celebrare la messa tridentina, lo ha fatto dichiarando di riconoscere «il Messale promulgato da Paolo VI (come) la espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino»[7]. e di accettare « chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II ed (essere) fedeli al Papa e ai Vescovi»[9],  di oltre che di avere una padronanza tale del latino da poter comprendere le preghiere usate alla messa, cosa, come abbiamo visto, di fatto mai realizzata in tali gruppi. Quanto dichiarato con le labbra da alcuni non corrispondeva ad una convinzione intima, né era trasmesso ai fedeli, ma spesso il contrario. Lo vedo molto bene anche qui attorno dalle affermazioni di alcuni.

Papa Francesco nel suo Motu Proprio e nella lettera di accompagnamento è limpido sul vero senso della Tradizione e della fede nella Chiesa come Corpo di Cristo assistito dal suo Spirito. Egli affida ai vescovi di fare in modo che i gruppi che non sapranno ritrovarsi subito nel modo di celebrare ordinario possano ancora continuare col vecchio modo. Ma le sue direttive sono chiare: la generosità non deve essere strumentalizzata per deviare. I cattolici devono riconoscere che lo Spirito Santo ha parlato nel Concilio Vaticano II e accettarlo. Non c'è nulla di più normale.  

4.Il criterio della santità:

C'è infine un punto importantissimo. Direi fondamentale. Spesso i tradizionalisti mettono in avanti gli errori, gli abusi del dopo Concilio e i frutti spirituali della forma tradizionale che essi sostengono. “Extra ecclesiam nulla salus”, diceva Tertulliano, il che significa: “Chi ha conosciuto la vera Chiesa di Cristo e ne esce non ha salvezza”. Se i frutti spirituali del vecchio rito sono di atteggiamenti pii, di preghiere, di incenso, ecc.,  ma poi mettono in dubbio l’appartenenza alla Chiesa e l’obbedienza al Papa e ai vescovi, è chiaro che questi frutti spirituali sono fasulli. Assomigliano al filtrare il moscerino e ingoiare il cammello di cui parlava Gesù. Quello che fa la santità è vivere la fede nella Chiesa e la carità. Ora è ovvio che la Chiesa ha sempre “prodotto” dei santi in tutti i secoli. Così è stato nei secoli prima della messa tridentina, e nei secoli in cui questa messa era la forma ordinaria della Chiesa. Ma la domanda è : la messa tridentina produce ancora dei santi? C'è un solo dossier di canonizzazione a Roma di qualche seguace della Messa tridentina dopo il Concilio Vaticano II? Sarei curioso di saperlo. Quello che è sicuro è che la “Messa del Concilio” produce molti santi. Perché nella fedeltà al Vangelo è adatta ai tempi di oggi, mentre la messa tridentina era influenzata dalla Cristianità e da regimi politici non democratici. Re e sistemi feudali sono tramontati, ma anche la Cristianità, e la Chiesa deve ritrovare la dimensione comunitaria (ecclesiale appunto). Ma anche perché è la messa della Chiesa oggi, e quindi genera la comunione con Cristo nella Chiesa, vissuta attraverso il Nuovo Rito (che non ha nemmeno un gesto o una parola che si allontani dalla fede della Chiesa). Nessun santo morto dopo il 1970 si è lamentato della riforma liturgica o ha fatto “guerre liturgiche”. Né madre Teresa di Calcutta, morta nel 1997, né Giovanni Paolo II (l’abbiamo visto), né il Cardinale Wijzinski, morto nel 1981, né Padre Gabriele Maria Allegra ofm (1907-1976), né Padre Giuseppe Ambrosoli, comboniano, 1923 – 1987, missionario in Uganda oppure Gaetana Tolomeo laica (1936 – 1997)

Tutti questi NON sono martiri.

Ci sono anche molti martiri: i 19 martiri di Algeria tra cui il vescovo Pierre Claverie e i sette monaci di Tibhirine, il “giudice ragazzino” Rosario Livatino, ucciso in odio alla fede dalla mafia nel 1990 a 38 anni, Jesús Jaramillo Monsalve vescovo di Arauca (1916-1989), Padre Stanley Francis Rother (1935-1981) James Miller sacerdote Lasalliano, (1944 – 1982), e  Suor Maria Laura Mainetti (1939 – 2000). Vorrei aggiungere Mons. Oscar Romero e Mons. Angelelli e i loro compagni preti o laici, ma forse qualcuno contesterà, eppure sono persone che hanno trovato la forza di offrire la loro vita a Dio e al loro popolo, senza odio, senza armi. E l’elenco potrebbe essere molto più lungo, facendo un giro sul sito del Vaticano. Ma ci sono anche i santi nati dopo la riforma liturgica. In particolare due giovani italiani straordinari, già beati: Chiara “Luce” Badano nata nel 1971, Carlo Acutis nato nel 1991 e morto nel 2006, un fan dell’Eucaristia. Si potrebbe aggiungere Sandra Sabattini (1961 – 1984), quindi nata al momento stesso del Concilio.

Nessuno di essi si è sentito rallentato nel suo cammino di santità, né impoverito nella fede dalla Messa del Concilio, chiamata “messa protestante” “eretica” da alcuni… se la messa del Concilio favorisce la santità, questo per me è un segno definitivo.

Nessun commento:

Posta un commento