Visualizzazioni totali

martedì 12 ottobre 2021

ESSERE COME RUSCELLO CHE SCORRE / martedì XXVIII sett. T.O., dispari.

 



Gesù è un provocatore! Volontariamente egli non fa le abluzioni prima del pranzo per suscitare la reazione del fariseo che lo ha invitato. E subito arriva al dunque: voi pulite l’esterno ma “il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria”.

Anche il mio interno è pieno di cose cattive. Come fare? Cercare di non avere pensieri negativi è vano, e può portare ad ammalarsi spiritualmente e psichicamente. Un giorno parlando di un uomo che deve essere impiccato dopo crimini orribili uno osserva: come deve essere brutta l’anima di quest’uomo! E san Francesco di Sales risponde: non conosco la sua anima, conosco la mia e mi avanza.

Come fare allora? Gesù ci offre la soluzione: «Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Uscire da sé stessi, donarsi così come siamo, essere generosi e misericordiosi sapendo di essere tanto imperfetti, aprirci e non chiuderci su noi stessi. È la via della fede, della spogliazione, la via della salvezza, della salute spirituale e psichica. L’anoressia è una ricerca di perfezione chiusa su se stessi, ma è una malattia terribile.

Tanti anni fa lessi questo esempio in “Saggezza di un povero” il piccolo gioiello di fra Eloi Leclerc: san Francesco e frate Leone discorrono sulla purezza di cuore e fra’ Leone dice che è non avere turbamenti, né pensieri cattivi, ma com’è difficile… Certo, dice san Francesco, l’acqua ferma è bella ma può essere subito alterata, e dopo un po’ imputridisce, mentre, guarda questo ruscello che scorre: nel suo movimento e nel suo donarsi non è perfetto come l’acqua ferma, ma è pieno di allegria e se c'è qualche impurità la corrente la porta via. Così dobbiamo essere: come ruscelli che scorrono e si donano con gioia e anche le lacrime di pentimento sono acqua che scorre e purifica il cuore.

 

Prima Lettura  Rm 1, 16-25
Gli uomini, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
 
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 18
I cieli narrano la gloria di Dio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.    

Canto al Vangelo 
 Eb 4,12 
Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 11, 37-41
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». 

Nessun commento:

Posta un commento