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mercoledì 20 ottobre 2021

DIO CI PROTEGGE NELLA TENTAZIONE / mercoledì XXIX sett. T.O., dispari.

 

Beato quel servo che il padrone,
 arrivando, troverà al suo lavoro.


Le letture di oggi ci mettono in guardia contro il peccato in due modi:

nel Vangelo la Legge si presenta come un pedagogo, un vigilante che minaccia di castigo chi viene meno ai propri doveri quando non sente più la presenza del Signore. Questa minaccia è un dono per i nostri cuori “non circoncisi”, duri.

Nella lettera ai Romani, Paolo presenta un altro aspetto, una tentazione profonda: sperimentare l’amore sovrabbondante di Dio che cancella gratuitamente tutti i nostri peccati e ci libera dalla paura, può portare a pensare che se Dio è così buono, se il peccato può essere cancellato così facilmente, perché non essere liberi davvero, peccare ancora e poi magari chiedere perdono? È una tentazione propria dei convertiti. In coloro che sono lontani di Dio si manifesta in modo più rozzo: Vabbè, che fa? Dio è misericordioso, mi perdona… Ma Paolo sa che se ti leghi al peccato diventi suo schiavo.

“Abuserò” della misericordia di Dio tornando a lui pentito, credendo sempre che egli mi aspetta per abbracciarmi. Dio mi preservi però dall’abusare della sua misericordia per allontanarmi da lui.

 

Prima Lettura   Rm 6, 12-18
Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 123 
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.    
 
Canto al Vangelo 
  Mt 24,44
Alleluia, alleluia.

Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 12, 39-48
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».  

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