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venerdì 15 ottobre 2021

TEMI DIO, NON IL DIAVOLO / S. Teresa d'Avila, 15 ottobre.

 

Particolare della Porta dell'Inferno di Rodin
che mostra tutta la disperazione e negatività
di quel luogo e non invita certo ad andarci.

Per tenere allegre le ricreazioni
S. Teresa faceva cantare alle monache
 canzoni d'amore popolari modificate
 inserendo Gesù come soggetto.


Nel Vangelo di oggi, Gesù in poche frasi ricorda i pilastri del cammino del credente.

1.      Guardarsi dall’ipocrisia che, come un lievito, guasta tutto.

2.      Aver paura di Dio. E solo di lui.

3.      Non aver paura, nemmeno di Dio che ci difende.

All’inizio credevo di dover temere il diavolo che cerca di gettarmi nella Geenna. Maurizio Patriciello (don), che allora era studente con noi, mi riprese dicendo che dovevo temere solo Dio. A quell’epoca mi fece un gran bene. Vorrei dire a quanti si agitano tanto per la Porta dell'Inferno di Rodin in Quirinale, che la loro paura del demonio è segno di non fede e fa il suo gioco, del demonio, seminando inquietudine e anche divisione nella Chiesa. La disfatta del demonio è la nostra conversione.

Devo aver paura di Dio e non devo aver paura di Dio! È un paradosso. Ma, di fatti, siamo nelle sue mani e solo a lui dobbiamo obbedire (Giacomo 4,12). Sapendo fino a quale punto Dio ci ha amati, donando il suo Figlio in riscatto per noi, non possiamo temere se ricorriamo alla sua misericordia eterna. Questa certezza, che ci spinge a vivere guidati dalla Parola e dalla nostra coscienza, ci dà una forza crescente di fronte alle sfide e alle tentazioni che la vita ci pone, e quindi anche verso il Nemico di Dio che è anche il nostro.

Santa Teresa d’Avila illustra bene tutto questo: si rallegrava perché i suoi difetti erano palesi a tutti e così poteva essere corretta! Fu detto di lei che era “donna dal coraggio più grande di quello di un uomo”. Si ricorda sopra tutte questa sua frase: “Misericordias Domini, in Aeternum cantabo”, canterò in eterno le misericordie del Signore.  

 

Prima Lettura   Rm 4, 1-8
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
«Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!». 

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 31 
Tu sei il mio rifugio, Signore.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Canto al Vangelo    Lc 12,32.30
Alleluia, alleluia.

Non temere, piccolo gregge,
il Padre vostro sa di chi avete bisogno. 
Alleluia.

 
Vangelo   
Lc 12, 1-7

Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». 

 

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