Crocifissione di El Hallaj, mistico musulmano. |
San Paolo soffre perché tanti membri del suo popolo rifiutano
l’annuncio di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Mentre nasce nella Parola del Vangelo
un popolo nuovo, pieno di vitalità, la Comunità degli ultimi tempi nella quale
si realizza la pienezza delle Promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza, il
popolo prediletto non entra in questa realtà nuova. È la fine per loro? No! Se tutto
concorre al bene di coloro che amano Dio (Rom 8,28), a maggior ragione tutto serve
a Dio per salvarci. Il rifiuto della maggior parte degli ebrei ha spinto la piccola
Comunità di Gesù a uscire da se stessa e andare verso i pagani, a fare loro spazio.
E l’amore di Dio verso il suo popolo è rimasto inalterato.
Questo mistero ha un senso immediato per noi: non essere
presuntuosi, non crederci migliori degli altri, essere servi della verità e non
suoi proprietari. Gesù, come nel Vangelo di oggi, ci invita a prendere sempre l’ultimo
posto e invece noi corriamo verso i primi posti. Quanto danno la corsa ai primi
posti fa nella Chiesa! Figuriamoci cosa succederebbe se tutti fossero cristiani
cattolici, se ci fosse un’unica religione trionfante, dominante, amica del potere!
Con quanta facilità il demonio potrebbe prendere il posto di Dio in questa Chiesa,
travolgere in senso pagano il Vangelo! Per aiutarci il Signore ci mette accanto
altri, altre religioni. Che strano: Gesù è l’unico Salvatore, è La Via, La Verità
e La Vita, e io per conoscerlo ho bisogno che qualcuno non creda in Lui!!!
Ci aiuti dal cielo dove sta certamente Husayn ben Mansur, detto “El Hallaj el qulub” ossia il Cardatore dei cuori per il suo discernimento delle coscienze, un mistico musulmano persiano (858 – 922). Egli disse: “non voglio più morire nella religione della Mecca e di Medina ma nella religione del patibolo” e fu crocifisso, benedicendo i suoi crocifissori. Infatti anche noi, più viviamo e moriamo a noi stessi nella religione del patibolo, più siamo cristiani.
Prima
Lettura Rm 11,1-2a.11-12.25-29
Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del
mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch’io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.
Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità!
Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
«Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà l’empietà da Giacobbe.
Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati».
Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 93
Il Signore non respinge il suo popolo.
Beato
l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.
Poiché
il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.
Se il
Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.
Canto al Vangelo Mt 11,29
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.
Vangelo Lc 14, 1.7-11
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal
vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi
stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché
non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui
venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare
l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto,
perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più
avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque
si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
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