Non possiamo essere equidistanti, neutri. Non possiamo
neppure essere “al di là del bene e del male” secondo un’espressione famosa e come
molti vorrebbero oggi. Vorrebbero essere i creatori di se stessi, punto di
riferimento assoluto, senza tener conto di essere creature, di aver ricevuto la
vita senza averlo scelto né voluto. Non ho scelto di nascere, né il luogo, né la
data, né il mio sesso e tanti aspetti della mia persona, né i miei genitori e
la mia famiglia, ecc., e certamente non ho scelto di essere mortale.
O seguo il male oppure seguo il bene, cioè la
giustizia che Dio mi offre e che diventa il cammino della mia vita. Perché il
dramma è che se Dio non mi salva sono già prigioniero della morte e del male. Liberato
dal peccato divento servo di Dio, servo della Parola per non essere schiavo di
nessuno. Ecco che allora entra in gioco la mia libertà di scelta che diventa sempre
più libertà autentica. La bella immagine dei due lupi dentro di me che si
combattono dice che vincerà il lupo al quale darò di più da mangiare.
Gesù dice che all’impegno per il bene non c'è limite:
vorrebbe che diventasse fuoco che illumina e purifica tutto anche a costo di
divisioni. Ahimè, quante volte confondo lo zelo per il bene con la violenza che
è il contrario di quanto predica il nostro Maestro, mite e umile di cuore. Tra i
santi ci sono magnifici esempi di mitezza che diventa fuoco fino alla divisione
in famiglia. Il più conosciuto è senz’altro san Francesco che abbandona tutto per
servire il Signore ed è, in un primo tempo, rinchiuso nella casa paterna, poi
gira per Assisi mendicando per la ricostruzione di san Damiano. Questo rende la
sua famiglia oggetto di dicerie, e il suo padre e il suo fratello lo maledicono
vedendolo come fonte di vergogna. Francesco reagisce con creativa mitezza, non opponendo
resistenza. Quanto fuoco ha acceso san Francesco, quante persone ha attirato al
Signore!
Prima
Lettura Rm 6, 19-23
Ora, liberati dal peccato, siete stati fatti servi di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza. Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità, per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione.
Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte.
Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 1
Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato
l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come
albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non
così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Canto al Vangelo Fil 3,8
Alleluia, alleluia.
Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura,
per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.
Alleluia.
Vangelo Lc 12, 49-53
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non
sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma
divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno
divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e
figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro
nuora e nuora contro suocera».
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