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sabato 29 febbraio 2020

QUERIDA AMAZONIA Capitolo terzo nn. 47-52





47. La poesia aiuta ad esprimere una dolorosa sensazione che oggi in molti condividiamo. La verità ineludibile è che, nelle attuali condizioni, con questo modo di trattare l’Amazzonia, tanta vita e tanta bellezza stiano “prendendo la direzione della fine”, benché molti vogliano continuare a credere che non è successo nulla:
«Quelli che credevano che il fiume fosse una corda per giocare si sbagliavano.
Il fiume è una vena sottile sulla faccia della terra. […]
Il fiume è una fune a cui si aggrappano animali e alberi.
Se tirano troppo forte, il fiume potrebbe esplodere.
Potrebbe esplodere e lavarci la faccia con l’acqua e con il sangue».[58]
48. L’equilibrio planetario dipende anche dalla salute dell’Amazzonia. Assieme al bioma del Congo e del Borneo, impressiona per la diversità delle sue foreste, dalle quali dipendono anche i cicli delle piogge, l’equilibrio del clima e una grande varietà di esseri viventi. Funziona come un grande filtro del diossido di carbonio, che aiuta ad evitare il surriscaldamento della terra. In gran parte, il suo suolo è povero di humus, motivo per cui la foresta «cresce realmente sopra il terreno e non dal terreno».[59] Quando si elimina la foresta, questa non viene rimpiazzata, perché rimane un terreno con poche sostanze nutritive che si trasforma in un’area desertica o povera di vegetazione. Questo è grave, perché nelle viscere della foresta amazzonica sussistono innumerevoli risorse che potrebbero essere indispensabili per la cura di malattie. I suoi pesci, i frutti, e gli altri doni sovrabbondanti arricchiscono l’alimentazione umana. Inoltre, in un ecosistema come quello amazzonico, l’apporto di ogni singola parte nella conservazione dell’insieme si rivela indispensabile. Anche le terre costiere e la vegetazione marina hanno bisogno di essere fertilizzate da quanto trascina il Rio delle Amazzoni. Il grido dell’Amazzonia raggiunge tutti, perché  «l’aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse […] è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell’ambiente: l’ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l’ambiente come “casa”».[60] L’interesse di poche imprese potenti non dovrebbe esser messo al di sopra del bene dell’Amazzonia e dell’intera umanità.
49. Non è sufficiente prestare attenzione alla conservazione delle specie più visibili a rischio di estinzione. È cruciale tener conto che «per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi. Alcune specie poco numerose, che di solito passano inosservate, giocano un ruolo critico fondamentale per stabilizzare l’equilibrio di un luogo».[61] Ciò è facilmente ignorato nella valutazione dell’impatto ambientale dei progetti economici di industrie estrattive, energetiche, del legname e altre che distruggono e inquinano. Inoltre, l’acqua, abbondante in Amazzonia, è un bene essenziale per la sopravvivenza umana, ma le fonti di inquinamento sono in costante crescita.[62]
50. In realtà, oltre agli interessi economici di imprenditori e politici locali, ci sono anche «gli enormi interessi economici internazionali».[63] La soluzione non sta, dunque, in una “internazionalizzazione” dell’Amazzonia,[64]ma diventa più grave la responsabilità dei governi nazionali. Per questa stessa ragione, «è lodevole l’impegno di organismi internazionali e di organizzazioni della società civile che sensibilizzano le popolazioni e cooperano in modo critico, anche utilizzando legittimi sistemi di pressione, affinché ogni governo adempia il proprio e non delegabile dovere di preservare l’ambiente e le risorse naturali del proprio Paese, senza vendersi a ambigui interessi locali o internazionali».[65]
51. Per avere cura dell’Amazzonia è bene coniugare la saggezza ancestrale con le conoscenze tecniche contemporanee, sempre però cercando di intervenire sul territorio in modo sostenibile, preservando nello stesso tempo lo stile di vita e i sistemi di valori degli abitanti.[66] Ad essi, e in modo speciale ai popoli originari, spetta ricevere – oltre alla formazione di base – l’informazione completa e trasparente circa i progetti, la loro portata, gli effetti e i rischi, per poter confrontare questa informazione con i loro interessi e la loro conoscenza del luogo, e poter così dare o negare il proprio consenso, oppure proporre alternative.[67]
52. I più potenti non si accontentano mai dei profitti che ottengono, e le risorse del potere economico si accrescono di molto con lo sviluppo scientifico e tecnologico. Per questo dovremmo tutti insistere sull’urgenza di «creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia».[68] Se la chiamata di Dio esige un ascolto attento del grido dei poveri e, nello stesso tempo, della terra,[69] per noi «il grido che l’Amazzonia eleva al Creatore è simile al grido del Popolo di Dio in Egitto (cfr Es 3,7). È un grido di schiavitù e di abbandono, che invoca la libertà».[70]

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