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lunedì 3 febbraio 2020

L'UOMO COMPLICE DEL DEMONIO / lunedì IV sett. T.O.


Simei maledice Davide.
La prima lettura di oggi ha un antefatto che è necessario raccontare. Assalonne, uno dei figli di Davide, si comporta molto male. Dopo aver ottenuto il perdono del Padre, non cambia. Fa "campagna elettorale" e i risultati saranno disastrosi. Qual è il suo metodo, il suo programma? Dà ragione sempre a tutti e promette che con lui ci sarà prosperità e felicità totali. Poi con un pretesto affinché Davide non scopra la verità, raduna i suoi e tenta il colpo di stato. Il popolo si lascia ingannare “credendo” che Dio vuole quello che vogliono loro, e non si rendono conto che corrono al disastro. Davide deve fuggire da Gerusalemme. Simei che cova rancore verso Davide vede “chiaramente” in questa ribellione la vendetta di Dio contro Davide. Invece Davide, consapevole delle sue colpe passate, anche se è stato molto generoso verso tanti, in particolare verso Assalonne stesso, si lascia guidare da due certezze: innanzitutto, ogni cosa è nelle mani di Dio e quindi questo momento molto difficile non esula dalla sua provvidenza; in secondo luogo Dio è misericordia e accettando questa circostanza con umiltà Davide si lascia salvare anche attraverso quel momento. Sa di incontrare in qualche modo la benevolenza di Dio, come castigo e purificazione per le sue colpe e/o come crescita nell’amicizia di Colui che abbassa ed esalta. Questo gli permette un giudizio molto più lucido e lungimirante su ciò che succede e un atteggiamento misericordioso e umile con chi lo insulta. Ha discernimento. 
Questa lettura è tutta da assaporare.
Il Vangelo conferma a pieno ciò che suggerisce la prima lettura: fondamentalmente l’uomo non vuole essere liberato da Dio. Preferisce rimanere complice del demonio. Quell’uomo posseduto da uno spirito impuro rende impossibile la vita del villaggio. Eppure quando lo vedono “seduto, vestito e sano di mente”, hanno subito paura, prima ancora che di sapere del fatto dei porci, dei danni economici che Gesù ha causato. Niente gioia, niente speranza. Dio è troppo scomodo.
Non è forse vero che non osi affidarti in tutto a Dio, o, addirittura lo rifiuti dal profondo del tuo cuore?

Prima Lettura   2 Sam 15, 13-14. 30; 16, 5-13
Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con Assalonne». Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada».
Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario».
Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”».
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi».
Davide e la sua gente continuarono il cammino.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 3
Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!».
Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.
Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata. 

Canto al Vangelo 
  Lc 7,16 
Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.


Vangelo 
  Mc 5, 1-20
Esci, spirito impuro, da quest'uomo!
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

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