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lunedì 10 febbraio 2020

IMMOLAZIONE DI PECORE E GIOVENCHI SENZA NUMERO, CHE SPRECO! / lunedì V sett. T.O.




Salomone e tutta la comunità d'Israele offrono sacrifici di pecore e giovenchi senza numero mentre introducono l'Arca nel Tempio. Questo può urtare profondamente la nostra sensibilità. Non solo perché non vediamo più la realtà dell'uccisione degli animali, ma anche perché sembra uno spreco ingiustificato. Senz’altro da lì è scaturito un enorme banchetto, una bella mangiata “davanti al volto del Signore”. Non tutto è andato "perduto" ma c'è stato un costo economico enorme. Vale così tanto avere il Signore in mezzo a noi? Per il popolo di allora valeva la pena! Questo popolo che si impoveriva per onorare il suo Dio, esiste ancora e, con tutti i suoi limiti, risplende in mezzo agli altri popoli. Sembra che noi oggi pensiamo il contrario: prima i soldi e dopo, alla fine, per quello che rimane, il Signore. Per noi, il riposo della domenica va contro il commercio, mentre l'osservanza dello Shabbat ha salvato il popolo di Israele, i suoi figli, le sue famiglie e la sua identità. Invece anche tra i cristiani che pregano e frequentano la Chiesa la maggior parte cerca di servirsi del Signore e non di servirlo con fiducia: Io e i miei interessi al centro. Ma siamo in perpetua crisi economica, in perpetua insoddisfazione e frustrazione. E se avessimo sbagliato tutto? Se fosse il Signore la vera fonte della vita, di una vita degna e forte di ideali, e anche prospera?
Nel vangelo di oggi, sembra che la gente che assedia Gesù in cerca di grazie non sia molto diversa da noi oggi, desiderando solo un beneficio materiale e non un incontro gratuito con lui. Nessuno può rimproverare ad un ammalato o ai suoi famigliari di chiedere una guarigione. Ma nel piano di amore di Dio la guarigione miracolosa è un segno per la fede, per l’inizio di un cammino, oppure una conseguenza di un incontro con Dio e di un cambiamento profonda del cuore e della vita.  
Il salmista dice: La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso.” (Salmo 117, 22-24). E Gesù lo ricorda come una profezia di estrema importanza (Matteo 21:42; Mc 12:10; Lc 20:17). Pietro in Atti 4:11 dice al Sinedrio: “Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo.” La Chiesa continua a cantarlo a Pasqua: Gesù crocifisso e risorto, scartato, maledetto, fatto peccato per noi, per amore per i nemici, e fonte inesauribile di benedizione, è il fondamento della nostra fede, della nostra visione della vita, l’ispirazione del nostro sentire e agire. È così per te? Gesù è veramente la pietra d'angolo della tua vita, della vita della tua famiglia? Entri nella tua morte con fiducia invocando il Nome di Gesù?
San Benedetto e sua sorella santa Scolastica sono l'esempio di una vita sprecata, buttata inutilmente: non hanno avuto figli, ma sono vissuti di tante preghiere, tanta castità, tanta obbedienza, tanti digiuni, tanto lavoro senza nessun arricchimento personale...  Eppure hanno costruito l'Europa. 

Prima Lettura   1 Re 8, 1-7.9-13
Introdussero l'arca dell'alleanza nel Santo dei Santi e la nube riempì il tempio del Signore.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone convocò presso di sé in assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele, tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per fare salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion. Si radunarono presso il re Salomone tutti gli Israeliti nel mese di Etanìm, cioè il settimo mese, durante la festa.
Quando furono giunti tutti gli anziani d’Israele, i sacerdoti sollevarono l’arca e fecero salire l’arca del Signore, con la tenda del convegno e con tutti gli oggetti sacri che erano nella tenda; li facevano salire i sacerdoti e i levìti. Il re Salomone e tutta la comunità d’Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la quantità.
I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini. Difatti i cherubini stendevano le ali sul luogo dell’arca; i cherubini, cioè, proteggevano l’arca e le sue stanghe dall’alto. Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva concluso l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dalla terra d’Egitto.
Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube riempì il tempio del Signore, e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio del Signore. Allora Salomone disse:
«Il Signore ha deciso di abitare nella nube oscura.
Ho voluto costruirti una casa eccelsa,
un luogo per la tua dimora in eterno».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 131
Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza..

Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.

Canto al Vangelo 
  Mt  4, 23 
Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.


Vangelo
   Mc 6, 53-56
Quanti lo toccavano venivano salvati.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.  

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