Cantico dei Cantici - M. Chagall. |
Begnini
al Festival di Sanremo con il Cantico dei Cantici, un’idea geniale, eseguita in modo intelligente,
un po’ furba, un po’ disonesta.
Idea
geniale perché il Cantico dei cantici è davvero la canzone delle canzoni, il
cantico per eccellenza e questi poemi di amore vanno molto bene a Sanremo.
Il cantico
dei Cantici è una raccolta di poemi nuziali, probabilmente preesistenti, ma parzialmente
riscritti e ricomposti in unità grazie all’impegno letterario di un autore. Questo
libro è ancora usato durante i matrimoni ebraici e nelle feste liturgiche. In particolare
si legge nel mese precedente lo Yom Kippur e quel mese, “ELUL”, è considerato l’anagramma
di una frase “Any Lidody Udody Low” (con Alef vocalizzato diversamente), che
significa “Io sono del mio Amato e il mio Amato è mio”. Questa frase
corrisponde in modo quasi perfetto ad un versetto del Cantico (2,16): “Il mio Amato
è mio e io sono sua”. Anche la Chiesa, fin dalle origini ritiene questo libro ispirato
e quindi sacro, inserendolo nella Bibbia, dandogli sia il senso ovvio di poemi
nuziali che il senso altrettanto ovvio per chi legge la Bibbia e vive l’Alleanza
con Dio, di canto d’amore vero però in forma allegorica tra Dio e Israele o tra
Dio e l’anima. Chi si è interessato anche poco di mistica non si scandalizza, né
trova strano che i due sensi siano presenti nella tradizione biblica. Dio è lo Sposo.
“Sì, come un giovane sposa una vergine,
E' stato molto usato per esempio da san Giovanni della Croce nelle sue opere mistiche.
“Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposerà il
tuo architetto;
come gioisce lo
sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.” Is
62:5 E' stato molto usato per esempio da san Giovanni della Croce nelle sue opere mistiche.
Il
suo cucire vari pezzi del testo senza seguire il filo del libro permette a
Begnini di ricomporre un testo dall’ampiezza adatta allo spettacolo e farlo
gustare. Questo è intelligente. Quando invoca grandi nomi dell’esegesi o della
divulgazione biblica Begnini non è troppo onesto o soltanto furbo? Mi sembra che
gli ascoltatori hanno potuto credere facilmente per esempio che egli segue in tutto
l’interpretazione e l’autorità del cardinale Ravasi. Invece Ravasi non si
ritroverebbe in molte delle cose che ha detto Begnini ieri sera. Fa un po’ il
furbetto disonesto spacciando la sua interpretazione come definitiva, spogliata
(finalmente) da manipolazioni e aggiunte successive e moraliste. Le persone
serie sanno che ci sono varie ipotesi in campo, valide ma diverse, sul Cantico e la sua
formazione. Chi avrebbe manipolato il testo o fatto aggiunte successive? È vero che c'è stato da parte di
autori sia ebraici che cristiani dei dubbi all'inizio, sul carattere ispirato, ma sopratutto, lungo i secoli, sull’opportunità
di farlo leggere proprio per le immagini evocative di amore fisico, ma non ho
mai sentito parlare di manipolazioni del testo, o di versioni anteriori del Cantico.
E la badessa di santa Teresina glielo faceva leggere, mentre era una ragazza di 20
anni! Begnini è banale per non dire altro quando appiattisce tutto sul sesso e
la dimensione fisica dell’amore in questo testo. Invece è chiaro che l’autore
ha intenzioni un po’ più profonde e complesse. Celebra l’amore reciproco e fedele,
suggellato dal matrimonio. Inoltre lo sposo si chiama Salomone (il Pacifico), lei
Sulammita (la Pacificata), due nomi che portano in sé la radice Pace (SLM), e
possono benissimo essere interpretati in chiave messianica e dare un senso
profetico a tutto il libro.
Begnini
ha fatto una sua dichiarazione personale sulla validità di qualunque
amore. Certamente egli non ha interpretato il testo in senso omosessuale e
penso che gli ascoltatori avranno capito la differenza tra una affermazione
personale di Begnini e il testo biblico. Il testo del Cantico come tutta la Bibbia
celebra esclusivamente l’amore eterosessuale. E la Bibbia non ha mai avuto
paura di parlare dell’amore fisico, della sua bellezza, e della santità del matrimonio aperto alla vita,
fondante della famiglia (qualche esempio nel solo Antico testamento: Genesi, al
capitolo 2 in particolare, ma anche in molti racconti; Proverbi 2,17; 5,14;
31,10; Malachia 2,14; Siracide 26, la storia di Davide, il libro di Tobia…).
Il modo
migliore per concludere e per gustare il Cantico dei Cantici è di affidarsi
ad una lettura completa come raccomanda Begnini stesso. Infatti consta di appena otto capitoli. Tutti sappiamo che nelle canzoni di amore si usano
facilmente le iperbole, le immagini poetiche per descrivere la bellezza e le
emozioni dell’amore. Quindi senza pretesa di interpretazioni scientifiche e
definitive, si potrà scoprire un capolavoro, un “patrimonio dell’Umanità”, dalla
fonte diretta.
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