A Geroboamo è stato dato da Dio il Regno del Nord per
sanzionare i peccati di Salomone e del suo figlio Roboamo. Ma Geroboamo
non si fida del Signore e della sua provvidenza e ragiona solo con criteri umani
e politici. Siccome la religione è qualcosa di importante per il popolo, egli non
cerca solo di apparire devoto per guadagnarne il favore ma distorce
la religione stessa. Distorce la via del popolo a Dio. Questo è un peccato gravissimo
dal quale dobbiamo stare il più lontano possibile. È una cosa tremenda
trasformare la Chiesa di Cristo in un’altra religione, il Vangelo in una
religiosità come tutte le religioni naturali.
Ma la Chiesa Cattolica, dicono tra altri i fratelli evangelici,
non si è riempita di idolatria, di statue che non si trovano nella Bibbia? Le rappresentazioni
di Gesù, della Madonna e dei santi sono legittimi se sono una catechesi, un insegnamento
visivo del Vangelo. Purtroppo spesso il popolo si avvicina a queste figure e alla
preghiera in senso idolatrico e non evangelico perché non conosce il Vangelo né
il suo significato. È vero che nell’opera di evangelizzazione, specie nei primi
secoli, il popolo che richiede in massa il battesimo non è ben formato e
conserva dentro di sé la mentalità ed elementi di paganesimo. Questo è
inevitabile e se è un segno di cammino verso il Vangelo può essere accettato. Infatti
“gli idoli cristiani” (cioè il Dio della Bibbia, Gesù, la Madonna e i santi
visti però attraverso la mentalità pagana) portano comunque un senso di
misericordia, di amore ed umiltà che non hanno gli idoli pagani. Ma Gesù dice
alla donna samaritana (Samaria sta nel Regno d'Israele, il Regno del Nord dove
regnava Geroboamo) che egli è venuto a cercare e formare “adoratori in spirito e
verità” come li desidera il padre. E quando i responsabili non accompagnano il loro
popolo verso il Vangelo, per interesse o perché anche loro vedono il messaggio di Gesù attraverso
una mentalità di religione naturale, quando il popolo dal punto in cui è
arrivato torna indietro è un disastro. Spesso si maschera di "religiosità popolare", ciò che è religiosità pagana. La religiosità popolare è il senso genuino e semplice della fede e le sue espressioni. Ed è un tesoro spirituale di tutta la Chiesa. Ma se il popolo non è evangelizzato profondamente, non è rinato dalla grazia, il suo senso religioso sarà pagano e non cristiano.
Prima
Lettura 1 Re 12,26-32; 13,33-34
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.
In quei giorni, Geroboàmo, [re d’Israele], pensò: «In questa situazione il regno potrà tornare alla casa di Davide. Se questo popolo continuerà a salire a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio del Signore, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboàmo, re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboàmo, re di Giuda».
Consigliatosi, il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti troppe volte a Gerusalemme! Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto». Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli.
Egli edificò templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi da tutto il popolo, i quali non erano discendenti di Levi. Geroboàmo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì all’altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretto, e a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture.
Geroboàmo non abbandonò la sua via cattiva. Egli continuò a prendere da tutto il popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderava conferiva l’incarico e quegli diveniva sacerdote delle alture. Tale condotta costituì, per la casa di Geroboàmo, il peccato che ne provocò la distruzione e lo sterminio dalla faccia della terra.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
Abbiamo
peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.
Si
fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
Dimenticarono
Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.
Canto al Vangelo Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 8, 1-10
Mangiarono a sazietà.
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.
Canto al Vangelo Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 8, 1-10
Mangiarono a sazietà.
Dal
vangelo secondo Marco
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
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