Papa Francesco ci fa aprire il Kairos (tempo favorevole) della
Quaresima 2020 con un messaggio che richiama direttamente la seconda lettura della
liturgia del mercoledì delle ceneri (2 Cor 5,20-6,2), prendendo come concetto
centrale il versetto 20: Vi supplichiamo
in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Per tanti anni vedevo arrivare la Quaresima come un tempo in cui dovevo sforzarmi. E chiaramente mi metteva tristezza, sia per le cose che avrei lasciato, sia perché sapevo già che nella mia debolezza avrei fatto poco, sarei stato scontento. Entrando in convento in Sicilia, ho sentito per la prima volta la Quaresima come un dono, un tempo di grazia, un tempo in cui il Signore mi offriva la conversione. Leggiamo
e meditiamo il brano di san Paolo un po’ allargato (2 Cor. 5,14-6:2) e il messaggio del Papa.
Buona Quaresima a tutti, buon tempo favorevole di
conversione!
Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto
per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli
che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato
per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e
anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più
così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono
passate, ecco ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé
mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato
Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini
le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo
quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato,
Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per
mezzo di lui giustizia di Dio.
E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere
invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza
ti ho soccorso.
Ecco
ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
2 Corinti 5,14-6,2
MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2020
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2020
«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con
Dio» (2Cor 5,20)
Cari
fratelli e sorelle!
Anche
quest’anno il Signore ci concede un tempo propizio per prepararci a celebrare
con cuore rinnovato il grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù,
cardine della vita cristiana personale e comunitaria. A questo Mistero dobbiamo
ritornare continuamente, con la mente e con il cuore. Infatti, esso non cessa
di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo
dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa.
1. Il
Mistero pasquale, fondamento della conversione
La
gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona
Notizia della morte e risurrezione di Gesù: il kerygma. Esso
riassume il Mistero di un amore «così reale, così vero, così concreto, che ci
offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo» (Esort. ap. Christus vivit, 117). Chi crede in questo
annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da
noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua
volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se
invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna”
(cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del
nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano
purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva.
2. Urgenza
della conversione
È
salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è
stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti,
è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che
mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un
dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto
importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime
l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci
sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere
indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che
veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a
scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla
sua volontà.
In
questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come Israele nel deserto
(cfr Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del
nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e
disponibilità. Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più
riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo
perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di
essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.
3. L’appassionata
volontà di Dio di dialogare con i suoi figli
Il
fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra
conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Questa nuova opportunità
dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro
torpore. Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra
vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al
cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il
dialogo di salvezza con noi. In Gesù crocifisso, che «Dio fece peccato in
nostro favore» (2Cor 5,21), questa volontà è arrivata al punto di
far ricadere sul suo Figlio tutti i nostri peccati, fino a “mettere Dio contro
Dio”, come disse Papa Benedetto XVI (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Dio infatti ama
anche i suoi nemici (cfr Mt 5,43-48).
Il
dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il Mistero pasquale del
suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali «non
avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità» (At 17,21).
Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità,
caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi
anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione.
4. Una
ricchezza da condividere, non da accumulare solo per sé
Mettere
il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le
piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle
guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle
molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua
distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le
sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria.
Anche
oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla
condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma
di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La
condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di
abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Possiamo e dobbiamo spingerci
anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia. Per questo
motivo, nella Quaresima del 2020, dal 26 al 28 marzo, ho convocato ad Assisi
giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo
di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella
attuale. Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è
una forma eminente di carità (cfr Pio XI, Discorso alla FUCI, 18
dicembre 1927). Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso
spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini.
Invoco
l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché
accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del
cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con
Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli:
sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14).
Francesco
Roma,
presso San Giovanni in Laterano, 7 ottobre 2019,
Memoria della Beata Maria Vergine del Rosario
Memoria della Beata Maria Vergine del Rosario
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