Saul viene rigettato come re d'Israele perché nella missione da compiere ha disobbedito su un solo punto. Sembra molto severo come castigo, anche perché Davide che gli succederà e sarà “il re secondo il cuore di Dio”, commetterà grossi errori e peccati. Ci conviene dunque esaminare molto attentamente i motivi di questa punizione esemplare e comprenderlo per noi. Infatti “Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti”.
Il Signore si adatta al cambiamento di regime politico (vedi post La Gioia del Vangelo: QUAL E' IL MIGLIORE SISTEMA POLITICO PER DIO? / venerdì I sett. T.O., pari.) a condizione però che il re obbedisca a lui mentre il pericolo era che si chiuda il cerchio tra il re e il popolo escludendo il Signore, sentendosi forti con le sole istituzioni civili. Ed è proprio il peccato nel quale cade Saul mentre il tramite tra Dio e il suo popolo è il profeta. Di fronte al pericolo di fallimento umano, all’assenza di segni da parte di Dio (il ritardo di Samuele) Saul si improvvisa in qualche modo Sommo Sacerdote, oltre che re anche autorità spirituale (1Samuele 13,5-12) . Il suo timore e quello degli israeliti gli fa strumentalizzare Dio sotto apparenze di culto, la sua preghiera perde la caratteristica di fede pura, di abbandono a Dio e alla sua fedeltà, e diventa magico-pagana: Dio si placa con il grasso degli agnelli (quello di migliore qualità possibilmente). È un peccato che tocca l’essenza dell’Alleanza e fa diventare la religiosità di Israele una religione pagana come le altre. Questo Davide non l’ha mai fatto malgrado le sue debolezze.
Se Salomone alla fine della sua vita andrà anche
lui sulle alture e il suo peccato ricadrà pesantemente sul popolo e l’unità
delle tribù, Dio non rigetterà la casa di Davide come fece con Saul e la sua
casa. Come mai? Perché la radice sana (Davide) è stata imposta bene e rimane. Se
dobbiamo essere attenti in ogni momento e desiderare la perfezione in ogni cosa,
il principio di ogni opera nuova, di ogni carisma è fondamentale, e anche nel quotidiano
ci sono i pilastri della nostra azione che sono essenziali e altri aspetti più secondari.
Il Vangelo ci insegna, nella stessa logica, che
dobbiamo evitare un altro pericolo: quello della ricerca della “formula magica”,
intangibile: digiuno sempre, come i discepoli dei farisei perché il digiuno è molto
religioso. Ho trovato questa pericolo e questa ricerca sia nella vita religiosa
che in quella diocesana: affrettarsi a scrivere regole esaustive e “per mille
anni”. Non funziona, e soprattutto non è cristiano. La Tradizione è un’altra cosa.
Papa Giovanni Paolo II lo ha scritto chiaramente al momento dello scisma di
Mons. Lefebvre in “Ecclesia Dei adflicta” Ecclesia
Dei (2 luglio 1988) | Giovanni Paolo II: Mons.
Lefebvre volendo continuare a celebrare secondo il rito preconciliare fino ad
arrivare alla rottura con Roma è incappato nel peccato di Saul secondo le due
dimensioni: grave disobbedienza,
sostituendo la parola dell’obbedienza con il proprio giudizio, non comprensione
e non rispetto della Tradizione vivente La
Gioia del Vangelo: PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO 3/4. I "tradizionalisti"
non comprendono la Tradizione..
Prima
Lettura 1 Sam 15, 16-23
L'obbedire è meglio del sacrificio. Perché
hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re.
Dal primo libro di Samuèle
In quei giorni, Samuèle disse a Saul: «Lascia che ti annunci ciò che il Signore mi ha detto questa notte». E Saul gli disse: «Parla!». Samuèle continuò: «Non sei tu capo delle tribù d’Israele, benché piccolo ai tuoi stessi occhi? Il Signore non ti ha forse unto re d’Israele? Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: “Va’, vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti”. Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?».
Saul insisté con Samuèle: «Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag, re di Amalèk, e ho sterminato gli Amaleciti. Il popolo poi ha preso dal bottino bestiame minuto e grosso, primizie di ciò che è votato allo sterminio, per sacrificare al Signore, tuo Dio, a Gàlgala».
Samuèle esclamò:
«Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici
quanto l’obbedienza alla voce del Signore?
Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
essere docili è meglio del grasso degli arieti.
Sì, peccato di divinazione è la ribellione,
e colpa e terafìm l’ostinazione.
Poiché hai rigettato la parola del Signore,
egli ti ha rigettato come re».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 49
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.
«Non
ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili».
«Perché
vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?
Hai
fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio».
Canto al Vangelo Ed 4, 12
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.
Vangelo Mc 2, 18-22
Lo sposo è con loro.
Dal
vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.
Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli
dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo
è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il
rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa
peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino
spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
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