Mons.
Mogavero di Mazara del Vallo, sospende per tre anni “ad experimentum” cioè non
in modo definitivo, l’ufficio dei padrini nei sacramenti del battesimo e
della cresima sia per i bambini e adolescenti che per gli adulti. Ad
accompagnare i candidati ai sacramenti saranno solo i genitori oppure chi ne ha
curato la formazione. La motivazione è che i padrini e le madrine per lo più si
limitano ad una presenza al momento del conferimento del sacramento ma non
svolgono poi il compito richiesto dalla Chiesa. È da notare che
se non sono nemmeno coscienti di dover aiutare il bambino o il giovane nel suo
cammino di crescita nella fede, i padrini sono quasi tutti coscienti di dover essere un
punto di riferimento sul piano umano.
Non è il primo vescovo a fare questo. Mi chiedo però se questa scelta di togliere l’ufficio dei padrini sia buona. Il fatto che i padrini e madrine non compiono la loro missione è evidente e generalizzato, ma qual è la soluzione?
Da una parte la Chiesa desidera accogliere tutti quelli che chiedono i sacramenti, in particolare i genitori battezzati che chiedono il battesimo per i loro figli piccoli. (La motivazione della necessità assoluta del battesimo per andare in paradiso - col limbo per i neonati morti senza battesimo - mi sembra assai tramontata anche se era diffusa prima del Concilio. Ho trovato in Sicilia un catechismo per bambini del 1930 in cui, parlando del giudizio universale, l’illustrazione mostrava gente col turbante e indossando ciabatte arabe che si aggrappava disperatamente a tetti a cupole per fuggire alle fiamme, mentre una lunga fila di eletti con lunghe vesti bianche saliva in cielo cantando! L’allusione ai musulmani non battezzati era molto chiara). Per la Chiesa anche i lontani vengono accolti perché rompere una tradizione plurisecolare in famiglie dove tutti sono sempre stati battezzati rischierebbe di essere capita soltanto come una porta chiusa in faccia a persone in buona fede, anche se queste persone in buona fede sono sempre più ignare dei pilastri morali del cristianesimo, i genitori sono sempre più spesso non sposati. Assorbono chiaramente l’onnipresente catechesi dei Media quando non è il loro parroco stesso che si accontenta di dire: “Se c'è amore…, se ti fa stare bene…, Dio ci vuole felici e non vuole sacrifici…, ogni amore vale…, Dio è buono, tutti vanno in paradiso…, la vita eterna è essere ricordato da chi ci ha voluto bene…”. Ho imparato da Giovanni Paolo II e ancor più da papa Francesco che nessuno va rigettato ma deve essere aiutato a camminare, e che al centro della fede e del discorso cristiano c'è il kerigma. Se non si evangelizza, se non si annuncia nello Spirito Santo il Mistero pasquale non si cambia nulla, si restringe soltanto la platea che ci ascolta, sempre meno numerosa e sempre più vecchia, senza futuro. Infatti anche il rincorrere gli slogan del mondo, oltre che a far perdere il sapore al sale, non garantisce né l’aumento della comunità né la trasmissione alle giovani generazioni. Se il messaggio della Chiesa non porta nulla di nuovo nei confronti del mondo, a che serve stare in parrocchia?
Preferisco
passare tempo ad istruire i candidati padrini e madrine sul loro ruolo, un
lavoro artigianale che spesso diventa un dialogo pieno di amicizia che può illuminare. Noto che spesso noi stessi non abbiamo detto ai fedeli che il
padrino di battesimo deve essere anche il padrino della cresima. Questo fatto,
scritto nel Codice di Diritto Canonico, da solo fa comprendere il ruolo del
padrino che accompagna l’iniziazione cristiana del bambino, permette di
suggerire che la cresima deve essere ricevuta prima dell’adolescenza e che senza
di essa il battesimo è incompleto. Insomma, la Chiesa occidentale ha una
pedagogia coerente nel conferire uno dopo l’altro i sacramenti della Iniziazione
cristiana e nel voler, per quanto possibile, un padrino a fianco dei genitori.
Rimane
il fatto che se non si evangelizza, se non si aiuta chi lo desidera a
riscoprire la pienezza del battesimo attraverso un cammino di fede lento ma
solido, costituendolo attraverso questo stesso fatto punto di riferimento per gli altri,
la comunità cristiana può solo estinguersi, prima come segno del Dio vivo e vero, poi nella
sua stessa esistenza.
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