Le nozze di Cana: un Vangelo infinito per bellezza e
significati fondamentali. Infinito: infatti escono ancora ricchezze nuove, alla
portata di tutti. Per esempio Papa Francesco dice: l’amore di Gesù non è mai
annacquato!
Passiamo in rassegna alcuni di questi significati:
la festa di nozze è un momento ancora oggi molto significativo e importante per
tutti e se venisse a mancare il cibo o solo il vino, la Coca Cola per i più
piccoli, che disagio!
A Cana, Maria è
presente, attenta. Sarà determinante. Invitala alla tua vita. – È chiamata da
Gesù “donna” in opposizione all’altra donna, Eva, cioè madre dei viventi che però
partorisce nel dolore per una esistenza segnata dalla condizione di peccato. Gesù
è il Nuovo Adamo, e Maria la Nuova Eva. – Gesù non vuole essere il distributore
di grazie, né mettersi in mostra. Gli interessa amare nel dono puro di sé, fino
alla croce, non nel successo facile. Ma il suo amore così consapevole e senza
traccia di sentimentalismi, si lascia però sempre vincere dalla misericordia. –
La mamma lo conosce fino in fondo e sa che egli opera tutto per la salvezza
nostra secondo il volere del Padre. Quindi non contesta, non supplica, non
insiste. Egli ha sentito. Di conseguenza, lei rivolge questa semplice frase: «Qualsiasi cosa vi
dica, fatela» ai
servi e a tutti noi che ci consideriamo servi di Dio, e vogliamo
esserlo, sottomessi per avere il suo Spirito (Sal 122:2 “Ecco,
come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni; come gli occhi della
schiava, alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al
Signore nostro Dio ”) anche se ci chiama
amici. – L’acqua diventa
vino, il vino buono dato alla fine, partendo da un’acqua contaminata perché versata
in giare che si usano per la purificazione rituale, cioè per gettarvi i peccati. Dio prende l’acqua dei nostri peccati (questo abbiamo da offrigli) e
attraverso la fede, il suo amore lo trasforma in vino di festa, di letizia. - Che
regalo di nozze! Penso che quel giorno anche gli astemi avranno fatto a gara per gustare
quel vino. Che animazione di colpo, in quel pranzo di nozze che ha segnato la vita di
tanti, addirittura permettendo a molti di iniziare un cammino da credenti! Perché tutto quello che fa Gesù è segno perché crediamo.
I nostalgici vorrebbero
che le nostre messe fossero tutto silenzio e raccoglimento. “Serie” insomma, “degne
del Mistero che si celebra”. Va bene lo stupore e quindi va benissimo anche il
sacro silenzio, ma le nostre messe non sono forse Eucaristia, ringraziamento,
benedizione a Dio per quello che ha fatto per noi, per e con ciascuno di noi?
Non sono forse una festa di nozze in cui non si può digiunare perché lo sposo è
con noi? Il ragazzo che balla da solo perché la ragazza gli ha detto di sì, non
è forse serio? Non c'è nulla di più serio del ballo e del canto quando proviene
da un’autentica esultanza. No, per alcuni, ogni manifestazione di gioia
spontanea è abuso liturgico. Bisogna fare festa, celebrare le nozze, senza
guardarci in faccia, con il prete che ci volta le spalle, in una lingua rigorosamente
incomprensibile, con formule rigidamente tutte scritte su un libro… Come siamo
lontani dalle primitive comunità cristiane che celebravano la Vittoria sulla
morte ed esultavano “finché le forze e il tempo lo permettevano” per l’era
nuova che Dio offriva all’umanità nella risurrezione della carne. Questa risurrezione
che era del suo Cristo ma veniva partecipata a chiunque apriva il cuore alla
grazia! Certo il prete clown, i canti urlati nel microfono dai bambini che pensano
di essere davanti a Maria De Filippi e conoscono solo i Talent Show, e altre
bizzarrie anche peggiori non hanno mai avuto fecondità vera. Ma il Concilio
Vaticano II è tutto Magistero solenne e la riforma liturgica era necessaria. Va
vissuta con fedeltà, intelligenza e senza timore.
Prima Lettura Is 62,1-5
Gioirà lo sposo per la sposa.
Dal libro del profeta Isaìa
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie
del Signore.
Cantate
al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate
di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Date
al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Prostratevi
al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Seconda Lettura Cor 12,4-11
L'unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.
Dalla prima
lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo
Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse
attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene
comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di
sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza;
a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono
delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della
profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà
delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a
ciascuno come vuole.
Canto al Vangelo 2Ts 2,14
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.
Vangelo Gv
2,1-12
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In
quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di
Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù
le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre
disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei,
contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite
d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora
prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene
portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto –
il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano
preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino
buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece
hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli
manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
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