Il giovane Samuele sa che la sua vita è frutto di
una preghiera accorata, vive nel Tempio a contatto con l’Arca e conosce la
Storia del suo popolo, i prodigi che Dio ha fatto in suo favore e crede
fermamente in lui. Però la prima lettura dice: “In
realtà Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore”. Cosa può
significare questo?! Significa che non aveva fatto ancora esperienza personale
e intima del Signore. Anche Giobbe che era un uomo così impegnato nel culto del Signore e con coscienza delicata, conclude dopo aver attraversato il crogiuolo della
malattia: “finora ti conoscevo per sentito
dire… “. L’evoluzione di san Paolo lungo la sua vita dopo l’incontro sulla
strada di Damasco, e di tanti santi, anche loro dopo la conversione, ci
rafforzano in questa verità. Dio vuole essere conosciuto, vuole essere Uno con noi,
ma lo sfioriamo appena, quando non lo teniamo a debita distanza, anche talvolta con le preghiere.
Gesù non
vuole una conoscenza superficiale. Infatti impedisce ai demoni di parlare affinché
le persone non pensino di sapere tutto di lui (è il Messia, è il Signore!) e continuino
ad interrogarsi a suo riguardo mentre la tentazione universale è di proiettare
sul Signore le proprie attese, le proprie idee e magari credersi maestri. Paolo
ritorna più volte su questo concetto di chi vuole insegnare (Romani 2,17-23; 2 Timoteo 4,3; 1 Corinzi
4,8).
Prima
Lettura 1 Sam 3, 1-10. 19-20
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta.
Dal primo libro di Samuèle
In quei giorni, il giovane Samuèle serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti.
E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore.
Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane.
Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”». Samuèle andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuèle, Samuèle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuèle era stato costituito profeta del Signore.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 39
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho
sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna.
Sacrificio
e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel
rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
Ho
annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Mc 1, 29-39
Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.
Dal
vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e
Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto
con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare
prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli
indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai
demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un
luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero
sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse
loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là;
per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i
demòni.
Nessun commento:
Posta un commento