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venerdì 14 gennaio 2022

QUAL E' IL MIGLIORE SISTEMA POLITICO PER DIO? / venerdì I sett. T.O., pari.

 


Conti molto, sei prezioso per Dio in tutte le tue dimensioni, spirituale, fisica, relazionale. L’organizzazione sociale di Israele era fondata sull’Alleanza tra Dio e i discendenti di Abramo. Quindi un sistema fondato sulla famiglia naturale e i rapporti tra famiglie: clan, tribù, la cui identità più profonda non era la razza o il territorio ma la fede nel Dio unico e la sua iniziativa a favore di quel popolo. Anzi, quel popolo era nato dall’Alleanza, era il popolo di Dio. In modo trasversale Dio lo guidava attraverso figure carismatiche, non ereditarie: i Profeti e i Giudici. Infatti, secondo le necessità Dio suscitava uomini e anche donne per indicare e portare a compimento le soluzioni, le iniziative da prendere.

Il sistema dell’Alleanza con il Dio unico di famiglie-tribù con i Profeti e i Giudici sarebbe quindi il migliore sistema politico. Le basi sono rimaste nell’insegnamento della Chiesa con la difesa della famiglia naturale e il principio di sussidiarietà. Di fronte alla globalizzazione che vuole portare tutti i popoli ad adottare un unico sistema politico, sociale ed economico di stampo occidentale (“american way of life”!?!?), Giovanni Paolo II fu ispirato nel creare risposte come le GMG che manifestavano l’universalità e la ricchezza della Chiesa. Papa Francesco che ha ben conosciuto gli effetti perversi della colonizzazione culturale, contro la globalizzazione parla di poliedro e incita ognuno, ogni popolo, a trovare in sé, nella propria cultura (in dialogo con le altre culture), le soluzioni e le forme idonee ad affrontare i problemi locali e universali. Egli si lamenta spesso che la colonizzazione culturale non è solo imposta dall’esterno, ma ricercata dai popoli stessi, e in particolare dalle loro elite, affascinati da quello che fa il popolo vicino, più potente.

La svolta durante la vita di Samuele dal sistema delle tribù e dei giudici verso la monarchia ci dice che il desiderio di adottare un sistema estraneo alla propria tradizione e a favore di elite ristrette è una tentazione molto antica. E Dio stesso vede in questo non solo il desiderio, fallace, di migliorare il sistema politico, ma il desiderio di fare a meno di Lui. Infatti il Faraone, il Malik, il Re, sono tentativi di divinizzare l’uomo al comando, di farne un idolo che, però, (si spera) accontenterà più facilmente il popolo invece di questo Dio inafferrabile e libero da ogni pressione. Però ecco che Dio non si oppone fino in fondo a questo cambiamento. Egli sa che imporre una forma, una legge,  dall’esterno, quando tutti i cuori sono contro, non serve a nulla. Contano le persone. Conterà la persona del Re e la sua obbedienza a Dio. Una legge buona va difesa, ma se il valore che contiene non è alimentato a nulla serve. Se non si evangelizza, tutte le difese delle tradizioni (in particolare “i valori cristiani” da parte dei partiti politici) risultano vane alla fine, se non controproducenti. Ci sono poi tradizioni che sono forme modificabili, transitorie, e valori di fondo che corrispondono alla verità perenne dell’uomo. Con l’apertura della Buona Notizia ai pagani, la Chiesa dall’inizio ha dovuto affrontare tali problemi e ha saputo fare questo discernimento. Basta leggere gli Atti degli Apostoli per comprenderlo.

Gesù sa ciò che conta davvero nelle persone. Al primo impatto, non parla di malattia e handicap al paralitico ma di perdono dei peccati. Siamo convinti che ciò che ci fa soffrire, il male più grande che ci ostacola nella vita è innanzitutto il nostro peccato?

 

Prima Lettura   1 Sam 8, 4-7. 10-22a
Griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà.

Dal primo libro di Samuèle
In quei giorni, si radunarono tutti gli anziani d’Israele e vennero da Samuèle a Rama. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli».
Agli occhi di Samuèle la proposta dispiacque, perché avevano detto: «Dacci un re che sia nostro giudice». Perciò Samuèle pregò il Signore. Il Signore disse a Samuèle: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro».
Samuèle riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re. Disse: «Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi servi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà».
Il popolo rifiutò di ascoltare la voce di Samuèle e disse: «No! Ci sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie».
Samuèle ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all’orecchio del Signore. Il Signore disse a Samuèle: «Ascoltali: lascia regnare un re su di loro». 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 88
Canterò in eterno l’amore del Signore.

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele. 

Canto al Vangelo
   Lc 7,16
Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo
   Mc 2, 1-12
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
 

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