Il popolo trascura a lungo le indicazioni e
prescrizioni della legge che lo rendono compatto nell’Alleanza con Dio e nel
vivere un rapporto ordinato e solidale tra tutti i suoi membri. Di conseguenza
non riesce più a resistere ai nemici e viene deportato, Gerusalemme e il Tempio
diroccati e bruciati. Con ancora nel cuore l’orrore dei massacri, il dolore dei
lutti, il popolo è portato in esilio, privo ormai di ogni luogo dove placare il
Signore con i sacrifici di animali, privo anche dei libri della legge.
Eppure, malgrado la prostrazione non viene meno la
speranza nel Dio d'Israele che non abbandona mai fino in fondo la discendenza
di Abramo. E proprio il ricordare ciò che ha fatto per il popolo nel passato
risolleva e istruisce questi ebrei, anche quelli nati in esilio anche se tanti
particolari si perdono col tempo e il ricambio generazionale. Dio continua a
manifestarsi in seno a queste comunità, attraverso personalità speciali, ma
anche nel quotidiano e nelle assemblee che proclamano i benefici del Dio fedele.
Dio è in mezzo al suo popolo tramite la sua Parola! Il popolo conserva il
più possibile la sua memoria, le sue tradizioni e la sua struttura di sacerdoti
e leviti. Dopo 70 anni, il re pagano offre a chi vuole di poter tornare a
Gerusalemme. Trovano tutto in rovina. Ma tra le macerie ecco un rotolo della
Legge!
Ecco allora questa straordinaria
convocazione che ci viene raccontata oggi. Per chi trova le letture troppo lunghe
a messa, consideri che il popolo ascolta, in piedi, dall’alba fino a
mezzogiorno! La parola è al centro dell’Assemblea, come nella sinagoga di Nazareth
quando Gesù apre il rotolo di Isiaia, e il popolo si prostra davanti al Signore.
Eppure non c'è un tabernacolo, un altare, una statua… La Parola sia il
centro della tua vita, della tua comunità! Il popolo piange perché si rende
conto che il non osservare i precetti di Dio porta solo danni. Ma ecco la
reazione di Dio: “non fate lutto e non
piangete!” fate festa condividendo con i poveri “perché questo giorno è consacrato al
Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra
forza”. Affida al Signore tutti i tuoi sensi di colpa - il Signore fa festa per ogni peccatore
che si pente - e cammina con lui, ascoltando la sua voce. È l’ora di Dio, il momento
favorevole, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Il suo Nome
è “il Misericordioso”, “Ha-Rahman”, si chiama “Egli salva”, Gesù!
Prima Lettura Ne 8,2-4.5-6.8-10
Leggevano
il libro della legge e ne spiegavano il senso.
Dal libro di Neemìa
In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge
davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di
intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare
della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli
che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della
legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito
per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di
tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra
benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen»,
alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra
dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il
senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che
ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato
al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il
popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e
mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è
consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è
la vostra forza».
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e
vita.
La
legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I
precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il
timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Ti
siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.
Seconda Lettura 1Cor 12,12-30 forma breve 12,12-14.27
Voi
siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
[ Fratelli,
come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur
essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo.
Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo
corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un
solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. ] Se il piede dicesse: «Poiché non sono
mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E
se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non
per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove
sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha
voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte
sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non
ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi
proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e
le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore
rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle
decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore
onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le
varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte
le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono
con lui. [ Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la
propria parte, sue membra. ] Alcuni
perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo
luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi
il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue.
Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli?
Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le
interpretano?
Canto al Vangelo Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto
annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
Vangelo Lc
1,1-4; 4,14-21
Oggi
si è compiuta questa Scrittura .
Dal vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine
gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi
coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri
della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni
circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te,
illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli
insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua
fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli
rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò
nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa;
aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga,
gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si
è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
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