Sansone nasce da una coppia sterile, come Giovani Battista. Dei genitori di Sansone sappiamo poco. Invece i sentimenti profondi di Zaccaria ed Elisabetta ci sono delineati. Zaccaria è un sacerdote, e quindi ha una posizione rispettata, ed è personalmente molto rispettabile. Anche Elisabetta, come discendente di Aronne e moglie di un sacerdote ha anche lei una posizione nella società ed è pure lei giusta. Ma hanno una ferita evidente: non hanno figli. Ma forse nessuno si accorge della profondità di questa ferita. Nemmeno tra loro forse sanno della profondità della sofferenza dell’altro. Infatti è così comune, così banale che marito e moglie non si conoscano fino in fondo. C’entra la superficialità, l’egoismo, ma anche la paura del giudizio dell’altro e la paura della propria morte che vedrei riflessa nella sofferenza dell’altro. Ci sentiamo spesso quasi impotenti di fronte alle vere ferite della vita. Eppure è così importante che qualcuno sappia aiutarci ad aprirci.
Questa ferita è così grave che ha fatto perdere ogni freschezza alla fede di Zaccaria! Non perde del tutto la fede e la sua preghiera perseverante non viene dimenticata: avrà un figlio che sarà il più grande nato da donna! Che consolazione per la sua vecchiaia e la sua vita familiare che questo bambino!
E Elisabetta? Mi ha colpito specialmente questa mattina la parola che usa per definire la sua sterilità: la mia vergogna fra gli uomini. L’interlineare traduce “Ignominia”, san Girolamo dice “Opprobrium”, obbrobrio. Una vergogna che ha investito la sua giovinezza e tutta la sua vita. Zaccaria si rendeva conto di questa vergogna, o era accecato dalla propria sofferenza, dalla propria paura, forse dal giudizio verso la moglie sterile, ed è rimasto ai margini di questo abisso? In quanto giusti tutti e due, plasmati dalla preghiera e dalla parola di Dio si saranno venuti incontro l’uno all’altra, ed è importantissimo che sia stato così, e che non ci sia stato solo il silenzio che diventa muro contro muro o grida e litigio. Ma fino a che punto hanno potuto e saputo fare questo cammino?
Gesù scende nel più profondo della tua sofferenza,
solo lui lo può fare e ti invita a farlo con lui, a scendere gradino dopo
gradino nella tua sofferenza e anche nella sofferenza dell’altro. Solo lui può giustificare
la nostra vita e pacificarla.
Prima
Lettura Gdc 13, 2-7. 24-25a
La nascita di Sansone è annunciata dall'angelo.
Dal libro dei Giudici
In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».
La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».
E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 70
Canterò senza fine la tua gloria, Signore.
Sii tu
la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei
tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
Verrò
a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
O Radice di Iesse,
che t’innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare.
Alleluia.
Vangelo Lc 1, 5-25
La nascita di Giovanni Battista è annunziata dall'angelo.
Dal
vangelo secondo Luca.
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di
nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di
Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano
irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano
figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al
Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza
del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta
dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare
dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma
l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e
tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai
gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli
sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato
di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele
al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza
di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla
saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e
mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che
sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto
annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo
indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che
nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta,
sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che
cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la
mia vergogna fra gli uomini».
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