126. Parliamo di una nuova rete nelle relazioni internazionali, perché non
c’è modo di risolvere i gravi problemi del mondo ragionando solo in termini di
aiuto reciproco tra individui o piccoli gruppi. Ricordiamo che «l’inequità non
colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad un’etica
delle relazioni internazionali».[105] E
la giustizia esige di riconoscere e rispettare non solo i diritti individuali,
ma anche i diritti sociali e i diritti dei popoli.[106] Quanto
stiamo affermando implica che si assicuri il «fondamentale diritto dei popoli
alla sussistenza ed al progresso»,[107] che
a volte risulta fortemente ostacolato dalla pressione derivante dal debito
estero. Il pagamento del debito in molti casi non solo non favorisce lo sviluppo
bensì lo limita e lo condiziona fortemente. Benché si mantenga il principio che
ogni debito legittimamente contratto dev’essere saldato, il modo di adempiere
questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi ricchi, non
deve portare a compromettere la loro sussistenza e la loro crescita.
127. Senza dubbio, si tratta di un’altra logica. Se non ci si sforza di
entrare in questa logica, le mie parole suoneranno come fantasie. Ma se si
accetta il grande principio dei diritti che promanano dal solo fatto di
possedere l’inalienabile dignità umana, è possibile accettare la sfida di
sognare e pensare ad un’altra umanità. È possibile desiderare un pianeta che
assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace, e non
la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di
minacce esterne. Perché la pace reale e duratura è possibile solo «a
partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un
futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera
famiglia umana».[108]
[105] Lett. enc. Laudato si’ (24 maggio 2015),
51: AAS 107 (2015), 867.
[106] Cfr Benedetto
XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009),
6: AAS 101 (2009), 644.
[107] S. Giovanni Paolo
II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991),
35: AAS 83 (1991), 838.
[108] Discorso sulle armi
nucleari, Nagasaki – Giappone (24 novembre 2019): L’Osservatore Romano,
25-26 novembre 2019, p. 6.
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