Visualizzazioni totali

martedì 22 dicembre 2020

ERA NECESSARIO CHE MARIA FOSSE CONCEPITA IMMACOLATA O SOLO SOMMAMENTE CONVENIENTE?

 

Disputa sull'Immacolata - Carlo Portelli, 1555.

 Ieri nel post, seguendo il Vangelo, ho scritto che Elisabetta proclama Maria beata non perché è stata prescelta ma perché ha creduto. Sono stato subito “completato” e “corretto”, da varie persone, anche da qualche "teologo/a" improvvisati, che mi hanno ricordato che Maria è stata concepita senza peccato e per questo è grande. Qualcuno poi ha riletto ciò che avevo scritto e ha capito che non andavo contro la fede. Ma visto l'importanza dell'argomento vorrei rispondere a un'obiezione che mi è stata presentata: “Come si può pensare che il Divino Dio potrebbe nascere da un corpo qualsiasi, se non senza macchia di peccato, stiamo parlando della Madre di Dio!”.  Sarà utile ripercorrere la Storia del Dogma dell’Immacolata Concezione per comprendere meglio il posto di questo mistero nella nostra fede e nel piano di salvezza di Dio per noi. Attingo a piene mani da Wikipedia.

Il dogma dell'Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la Chiesa cattolica infatti ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente: in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, a Dio dunque piacque che la Vergine dovesse essere la dimora senza peccato per custodire in grembo in modo degno e perfetto il Figlio divino fattosi uomo. Questo dogma non è da confondere con il concepimento verginale di Gesù nel grembo di Maria. 

Ma da dove viene questo dogma? Era necessario per l’Incarnazione del Verbo che la sua Madre fosse Immacolata? I Santi hanno sempre creduto che Maria fosse stata Concepita Immacolata?

Fondamenti biblici: Il Cattolicesimo vede in alcuni testi biblici un'avvisaglia di quella che sarà poi la dottrina del Magistero. In particolare nel libro della Genesi la donna (Eva) viene presentata come prefigurazione di Maria: « Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno » (Genesi 3,15). Nel Nuovo Testamento il passo principale che la tradizione cattolica ritiene spiegabile soltanto ammettendo l'Immacolata Concezione è il saluto rivolto dall'arcangelo Gabriele a Maria: « Rallegrati, piena di grazia » (Luca 1,28). Ma in genere la Scrittura passa sotto silenzio questo aspetto e, anzi, sembra andare in una direzione opposta. 

Invece, il Protovangelo di Giacomo, pur essendo tardivo e non ispirato, può rappresentare una prima presa di coscienza intuitiva e mitica della santità perfetta e originale di Maria nella sua stessa concezione. 

Patristica: Agostino di Ippona (354 - 430) è il primo che parla della natura perfetta e speciale di Maria. Il suo pensiero va contestualizzato nella polemica anti-eretica: Pelagio e i suoi discepoli tendevano a ridimensionare il ruolo del peccato originale nella condotta morale dell'uomo e Agostino rispose indicando l'umanità come una "massa dannata", concetto poi ripreso nella riflessione dei Protestanti. Da questo pessimismo antropologico però Agostino dissocia Maria: «...la pietà impone di riconoscere Maria senza peccato [...]. Per l'onore del Signore [...] Maria non entra assolutamente in questione quando si parla di peccati».

In oriente diversi padri greci, come Agostino, attribuiscono una speciale natura a Maria. In occidente, secoli dopo Agostino, si diffonde la festa liturgica dell'Immacolata anche se non è accettata da tutti.

Teologia medievale: Nel Medioevo incomincia la discussione su come descrivere teologicamente il concetto per cui Maria era senza peccato. Finora se ne parlava come di una sorta di eccezione immotivata, senza chiarire il contrasto col dogma della natura umana universalmente corrotta e con la redenzione universale operata da Cristo. Molti sostenevano che Maria, concepita come tutti gli uomini nel peccato originale, fu anticipatamente redenta da Cristo, prima della nascita del Salvatore. È la posizione di sant’Anselmo d’Aosta, di san Bernardo (m. 1153), di Alessandro di Hales (m. 1245), di sant’Alberto Magno (m. 1280), del grande san Tommaso d’Aquino (m. 1274), di san Bonaventura (m. 1274). Il privilegio mariano dell'Immacolata concezione fu per secoli considerato in contraddizione con l'affermazione di san Paolo apostolo, secondo la quale tutti hanno peccato: «Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.» (Romani 5,12)

È solo con Duns Scoto (m. 1308) poi detto "Dottore dell'Immacolata", che prende forma definitiva il dogma: il teologo francescano sostiene la "redenzione preventiva" o "preservativa". Infatti non dice come gli altri che Maria fu concepita nel peccato originale e poi redenta, ma che fu concepita senza peccato originale. Maria non fu un'anomala eccezione (o un caso anticipato) dell'opera redentiva di Cristo, ma la conseguenza della più perfetta ed efficace azione salvifica dell'unico mediatore. Scrive Scoto: "Cristo esercitò il più perfetto grado possibile di mediazione relativamente a una persona per la quale era mediatore. Ora, per nessuna persona esercitò un grado più eccellente che per Maria [...]. Ma ciò non sarebbe avvenuto se non avesse meritato di preservarla dal peccato originale (morendo sulla Croce)".

Nei secoli successivi i teologi cattolici furono sostanzialmente divisi su queste due posizioni. Il benedettino Pierre Roger, divenuto poi papa Clemente VI († 1352), era contrario alla tesi "Immacolista". La Chiesa lasciava libertà di pensiero di fronte a un argomento non ancora definito dalla Chiesa, pur sottolineando l'importanza del pensiero di San Tommaso d’Aquino, contrario alla tesi “Immacolista”. Però, col passare del tempo, questa tesi si diffondeva tra il popolo e negli interventi magisteriali fino alla proclamazione del dogma nel 1854.

Il dogma afferma che Maria è l'unica creatura nata priva del peccato originale dal momento del suo concepimento, e aggiunge altresì che, in quanto Madre di Dio, per speciale privilegio, non ha commesso nessun peccato, né mortale né veniale, in tutta la sua vita.

La dottrina attuale della Chiesa è che Dio conferisca l'anima alla persona umana non appena essa si forma, nel suo primissimo istante, e cioè al momento del concepimento. La dottrina sull'Immacolata Concezione di Maria dà forza al pensiero della Chiesa sugli embrioni, ritenuti persone umane a tutti gli effetti, dotati di anima.

Questo dogma non è condiviso dalle altre confessioni cristiane (la Chiesa ortodossa si limita a non negarlo e afferma solo che Maria venne purificata del pur minimo peccato ancestrale - umano, totalmente e solo al momento del concepimento di Cristo) in quanto da queste considerato in disaccordo con le Scritture e non supportato dalla Tradizione.

Apparizioni mariane relative al dogma dell'Immacolata Concezione : Due apparizioni riconosciute dalla Chiesa sono considerate una conferma diretta di questo dogma.

Nel 1830 Catherine Labouré fece coniare la “medaglia miracolosa” con le seguenti parole, da lei viste durante un'apparizione della Vergine Maria: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi". Il 20 gennaio del 1842, Alphonse Ratisbonne, nella sua breve ma intensa visione a Roma, riconobbe chiaramente l’Immacolata, la stessa che era impressa sulla Medaglia Miracolosa che portava con sé.

Quattro anni dopo la proclamazione del dogma, Bernadette Soubirous a Lourdes riferì che la Vergine si era presentata con le parole "Que soy era Immaculada Councepciou" ("Io sono l'Immacolata Concezione", in dialetto pirenaico).

Conclusione: Abbiamo compreso che non è necessario che Maria sia stata concepita immacolata perché si compia l’Incarnazione, pur essendo sommamente conveniente. Molti santi non credevano all’Immacolata Concezione. Noi, nati dopo la proclamazione del dogma,  ci crediamo fermamente, ma anche con gioia, consapevoli che sia un dono immenso. San Massimiliano Kolbe, il “folle dell’Immacolata”, fondatore della “Milizia dell’Immacolata” cercava di approfondirne tutta la ricchezza. Fu interrotto, come sappiamo, dalla prigionia e dalla morte da martire nel campo di Auschwitz. Se non avesse perseverato nella fede, liberamente, Maria si sarebbe persa, e, quindi, se è grande per i doni di Dio, è nostro modello in quanto discepola di Gesù in conversione continua, in quanto credente.

1 commento:


  1. Roma, 23 dic – Papa Francesco avrebbe intenzione di rassegnare le proprie dimissioni entro la fine dell’anno? E’ la clamorosa tesi enunciata da una fonte vicina al Vaticano, secondo la quale “non vi sarebbe dubbio” che il Pontefice “si dimetterà nel 2020”.

    Il giornalista che profetizza le dimissioni del Papa
    Lo riferisce l’Express raccogliendo le dichiarazioni di Austen Ivereigh, l’ex direttore per gli affari pubblici del precedente arcivescovo di Westminster, il cardinale Cormac Murphy-O’Connor. Secondo quanto riportato da Express Ivereigh, autore, commentatore e biografo di Papa Francesco continua a lavorare a stretto contatto con il Vaticano e rappresenterebbe una fonte privilegiata di informazioni sul Pontefice.

    Ad
    L’83enne Bergoglio è diventato capo della Chiesa cattolica in seguito alle dimissioni di Papa Benedetto XVI – una mossa controversa e prima nel suo genere in più di 500 anni. Tuttavia, Ivereigh afferma che Papa Francesco voglia seguire le orme del proprio predecessore, rassegnando le proprie dimissioni trascorsi 7 anni di papato.

    La tesi-bomba di Ivereigh
    “Non credo ci siano mai stati dubbi sul fatto che si dimetterà nel 2020“, ha dichiarato il giornalista. “Ha chiarito fin dall’inizio che considerava le dimissioni di Benedetto XVI come un atto di grande modestia e non avrebbe avuto assolutamente alcun problema a fare lo stesso“. Lo testimonierebbe l’intervista rilasciata alla “televisione messicana nel 2014 in cui sosteneva che il suo papato sarebbe stato breve“, di altri cinque anni. “Quello che so ora dalle persone a lui vicine è che avrà bisogno di sette anni per realizzare il suo piano quinquennale e questo, ovviamente, significherebbe restare fino al 2020”, è la tesi di Ivereigh.
    Un pontificato breve?
    Il giornalista si riferisce a una lunga intervista televisiva al programma messicano Noticieros Televisa: in quell’occasione il Pontefice aveva risposto a una domanda della giornalista Valentina Alazraki sulla durata del suo papato. “Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve”, aveva profetizzato. “Quattro o cinque anni. Non lo so, o due, tre. Ebbene, due sono già passati. È come una sensazione vaga, ma ho l’impressione che il Signore mi metta [qui] per una breve cosa e non di più“.
    Sulla base di questa intervista e di voci di corridoio vaticane, Ivereigh sostiene quindi che il Papa rassegnerà le proprie dimissioni entro un paio di settimane, alla fine delle celebrazioni del periodo natalizio. Dobbiamo quindi prepararci ad avere un secondo Papa Emerito?

    Aldo Milesi


    RispondiElimina