Maryam - Elysabet. Piccole Sorelle di Gesù. |
Il sì di Maria è stato dato nell’oscurità della fede,
nel turbamento e nel timore, nella fiducia che, dal più profondo dell'essere, rischia tutto per rispondere ad
un amore così reale ma così diverso da quello che è il nostro mondo, i nostri sensi,
i nostri progetti, i nostro pensieri e i nostro criteri di controllo e di
pianificazione.
Dopo questo “passaggio”, da questa Pasqua, attraversata
la morte Maria si ritrova avvolta dalla Vita nuova. È ancora nel mondo ma non è
più del mondo. Lo è mai stata? È vero Maria per singolare privilegio è l’Immacolata
Concezione e quindi in lei l’immagine di Dio non è mai stata offuscata, ma ogni
tappa predisposta da Dio, ogni adesione di Maria alla volontà di Dio l’hanno fatta
crescere in questa grazia. E l'Annunciazione è un punto di svolta fondamentale della sua vita di fedeltà e di unione a Dio. Se non avesse detto sì, non solo non sarebbe
cresciuta ma nel caso di un rifiuto volontario della grazia, si sarebbe discostata
da Dio. È ciò che si chiama peccato di omissione. E Maria non ha finito di
crescere. Dovrà conoscere ancora in molti modi la prova della croce, fino a quando
una spada le trafiggerà il cuore per il tragico rifiuto dell’uomo di essere salvato.
Tutto ciò che è unico in Maria non toglie quindi che è pellegrina nella fede come
noi. Se i nostri percorsi sono diversi per i doni ricevuti e per la fedeltà o
infedeltà proprie di ognuno, il dinamismo dello Spirito Santo è unico e comune
a tutti. Leggiamo nel Breviario del Beato Isacco della Stella,
abate: “Anche la singola anima fedele può essere considerata come Sposa del Verbo
di Dio, madre figlia e sorella di Cristo, vergine e feconda. Viene detto dunque
in generale per la Chiesa, in modo speciale per Maria, in particolare anche per
l’anima fedele, dalla stessa Sapienza di Dio che è il Verbo del Padre:…” (Disc. 51; PL 194,
1862-1863. 1865).
Questa grazia sovrabbondante è gioia e santificazione.
È effusione dello Spirito Santo e illumina chi viene in contatto con chi la
porta. Contempliamo il quadro perfetto di evangelizzazione che è la visita di Maria
a Elisabetta sua cugina, incinta di Giovanni Battista: evangelizzare in modo perfetto è essere talmente pieni di Spirito
Santo, uniti in tutto a Dio che lo manifesti attraverso ogni tua parola, ogni tuo
gesto, anche senza annunciare esplicitamente Gesù Cristo. Certo la predicazione
è necessaria, ma non deve essere proselitismo: “la Chiesa cresce per attrazione” diceva papa Benedetto XVI.
Prima
Lettura Ct 2, 8-14
Ecco, l’amato mio viene saltando per i monti.
Ecco, l’amato mio viene saltando per i monti.
Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.
Lodate
il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
Il
disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
L’anima
nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.
Alleluia.
Vangelo Lc 1, 39-45
A cosa debbo che la madre del mio Signore venga a me?
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.
Alleluia.
Vangelo Lc 1, 39-45
A cosa debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Dal
vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
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