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venerdì 20 dicembre 2019

L'ANNUNCIAZIONE: SOLO GIOIA? / 20 dicembre

Cortona - Annunciazione - Beato Angelico.

Più volte all’anno ascoltiamo questo Vangelo meraviglioso dell’Annunciazione a Maria. Sappiamo quanto è stato importante il sì libero e volontario di una fragile creatura umana per la nostra salvezza. Il Corano dice: “è cosa decisa”. Nel Corano Dio non chiede il consenso di Maria.
Forse vediamo questa scena solo come luce e gioia. Come ce lo dipingono i pittori migliori. Come una dichiarazione d’amore tra fidanzati che pensano che tutto sarà meraviglioso e facile. È chiaro che c'è un amore incomparabile che avvolge e sostiene la Vergine. Ma nel suo atto di abbandono totale c'è anche tutta l’oscurità della notte della fede. Deve dare la sua disponibilità a qualcosa che non può assolutamente dominare. C'è il morire profondo a se stessa. Quello che normalmente non c'è tra fidanzati dove sembra che ci sarà solo vita, completamento, e non spogliazione e umiliazione.
Dopo il sì, dopo la kenosi dal Vergine, il suo svuotamento, scompare il turbamento e c'è la gioia che invade.
Maria dona la sua parola che passa. È solo una parola umana anche se la parola umana è ciò che c'è di più prezioso nell’uomo. E in cambio Maria riceve la Parola Eterna.
A questo siamo chiamati anche noi. Ascoltare la Parola di Dio per noi, passare attraverso la morte del sì totale e ricevere il verbo di Vita.

Prima Lettura   Is 7, 10-14
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 23
Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 

Canto al Vangelo 

Alleluia, alleluia.

O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli:
vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 1, 26-38

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.
Dal vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. 

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