Diocesi di Pinerolo. |
9. Quando si avvicina la festa dell’Epifania, si collocano nel presepe le
tre statuine dei Re Magi. Osservando la stella, quei saggi e ricchi signori
dell’Oriente si erano messi in cammino verso Betlemme per conoscere Gesù, e
offrirgli in dono oro, incenso e mirra. Anche questi regali hanno un
significato allegorico: l’oro onora la regalità di Gesù; l’incenso la sua
divinità; la mirra la sua santa umanità che conoscerà la morte e la sepoltura.
Guardando questa scena nel presepe siamo chiamati a riflettere sulla
responsabilità che ogni cristiano ha di essere evangelizzatore. Ognuno di noi
si fa portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la
gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di
misericordia.
I Magi insegnano che si può partire da molto lontano per raggiungere
Cristo. Sono uomini ricchi, stranieri sapienti, assetati d’infinito, che
partono per un lungo e pericoloso viaggio che li porta fino a Betlemme (cfr Mt
2,1-12). Davanti al Re Bambino li pervade una gioia grande. Non si lasciano
scandalizzare dalla povertà dell’ambiente; non esitano a mettersi in ginocchio
e ad adorarlo. Davanti a Lui comprendono che Dio, come regola con sovrana
sapienza il corso degli astri, così guida il corso della storia, abbassando i
potenti ed esaltando gli umili. E certamente, tornati nel loro Paese, avranno
raccontato questo incontro sorprendente con il Messia, inaugurando il viaggio
del Vangelo tra le genti.
10. Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e
con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi
ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è
stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il
dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non
è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o
modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita.
Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che
si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque
condizione si trovi.
Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo
di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della
vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire
e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie
a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo
sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia
semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro
“grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai
soli.
Dato a Greccio, nel Santuario del Presepe, 1° dicembre 2019, settimo del
pontificato.
FRANCESCO
___________________
[1] Tommaso da Celano, Vita Prima, 84: Fonti francescane (FF), n. 468.
[2] Cf. ibid., 85: FF, n. 469.
[3] Ibid., 86: FF, n. 470.
[01938-IT.01] [Testo originale: Italiano]
FRANCESCO
___________________
[1] Tommaso da Celano, Vita Prima, 84: Fonti francescane (FF), n. 468.
[2] Cf. ibid., 85: FF, n. 469.
[3] Ibid., 86: FF, n. 470.
[01938-IT.01] [Testo originale: Italiano]
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