È
rimbalzata la notizia il 17 dicembre che papa Francesco aveva tolto il segreto
pontificio per quanto riguarda i crimini di pedofilia. Tutti hanno commentato
che è una svolta storica, un grande passo avanti. L'ha detto anche mons. Scicluna vescovo
di Malta e sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede,
specialmente delegato a questi casi.
Questa misura però riguarda SOLO LE INCHIESTE PENALI E I PROCESSI. Non riguarda la confessione.
IL PAPA NON HA TOLTO IL SEGRETO DI
CONFESSIONE! ANCHE PER I PECCATI DI PEDOFILIA RIMANE L'OBBLIGO PER IL CONFESSORE DI NON PARLARNE CON NESSUNO DOPO LA CONFESSIONE.
SE QUALCUNO VIENE A CONFESSARE UN
PROPRIO PECCATO DI PEDOFILIA SONO TENUTO AL SIGILLO DELLA CONFESSIONE, AL
SEGRETO ASSOLUTO, COME PER OGNI ALTRO PECCATO.
Potrò consigliare a questa persona di
autodenunciarsi ma non potrò io denunciarlo a nessuno.
SE QUALCUNO VIENE A PARLARE IN CONFESSIONE O IN
COLLOQUIO RISERVATO DEL PECCATO DI PEDOFILIA COMMESSO DA ALTRI SONO COMUNQUE
TENUTO AL SEGRETO NATURALE. CIOE’ NON POTRO’ PARLARNE FUORI DALLA CONFESSIONE A
MENO CHE QUESTA PERSONA MI AUTORIZZI O MI CHIEDA DI FARLO.
In una
parrocchia della Diocesi c'è stato il caso di un prete che si era macchiato di
questi peccati. Le “vittime” (quasi tutti maggiorenni) hanno chiesto al
Cardinale di non fare i loro nomi, per vergogna. Pur non essendo un segreto di
confessione stretto, il Cardinale non ha potuto spiegare alla comunità quello che
era successo perché legato dal segreto naturale della confidenza. Questo ha
ritardato molto la risoluzione del caso. Ma è giusto che le persone siano
cautelate nella loro reputazione.
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