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venerdì 27 dicembre 2019

INCARNAZIONE, MISTERO SCONVOLGENTE CHE CAMBIA TUTTO / san Giovanni Evangelista, 27 dicembre





La successione Santo Stefano-San Giovanni Evangelista ci presenta subito dopo il giorno di Natale gli aspetti Passione-Martirio e Risurrezione del Mistero di Gesù. Gesù è venuto per dare la sua vita in riscatto per molti. Per questo motivo, in Oriente, le icone della Natività mostrano Gesù deposto nel sepolcro e non nella mangiatoia.
Ma anche le letture di oggi, scelte per la festa dell’Evangelista, mettono in evidenza l’Incarnazione (le nostre mani hanno toccato) che continua nella condizione glorificata della Risurrezione (vide e credette).
L’Incarnazione è un Mistero così formidabile che non ha mancato di suscitare fin dall’inizio del Cristianesimo, domande, approfondimenti, riflessioni e anche dibattiti, fino ai Concili che se ne sono occupati, i cosiddetti Concili Cristologici. Molti hanno cercato una verità più accettabile per la ragione umana appoggiata solo sulle proprie forze: l’Umanità di Gesù era solo un’apparenza, l’uomo Gesù era diverso dal Verbo, solo associato a Lui, ecc… E, diceva ancora di recente un vescovo, si fa sempre fatica ad accettare tutta la potenza e le conseguenze del Mistero dell’Incarnazione. Quanti di noi hanno la coscienza dell’Incarnazione nella loro vita quotidiana, nella loro preghiera? Non pregano forse un Dio lontano, in cielo, la cui presenza sulla terra è ridotta ai sacramenti o ad altri segni sacri? Eppure tutto il Nuovo Testamento testimonia continuamente che Gesù è il Signore, è Risorto nel suo vero corpo che è il nostro corpo. Per questo, i primi cristiani inculcavano che essere battezzato era diventare un “Alter Christus”, un “Altro Cristo”. Questa espressione così bella e potente, travolgente, da far smarrire l’intendimento, l’ho sentita per molto tempo riservata a san Francesco. In qualche modo, come un privilegio, era attribuita anche ai sacerdoti, separati dagli altri uomini fino a formare una “casta sacerdotale” (le mani consacrate del prete che sole potevano toccare l’ostia e il calice, ecc.). Certamente il sacerdozio ministeriale non è da confondere con il ministero comune. Ma anche il presbitero condivide il sacerdozio comune con tutti gli altri battezzati. Purtroppo è proprio questa coscienza del sacerdozio comune che è scemata nel popolo. Quanti dicono: “mica sono Gesù Cristo io!”

Prima Lettura  1 Gv 1,1-4
Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi.
Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo
Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 96
Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama il coro degli apostoli.
Alleluia.
  Vangelo  Gv 20,2-8
L'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.


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