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giovedì 17 agosto 2023

FINO A SETTANTA VOLTE SETTE! - COME ARRIVARE A PERDONARE DAVVERO? / Giovedì XIX Sett. T.O., dispari, 2023.

Lamech si vendica settanta volte!

Il Vangelo ci propone oggi il tema del perdono, con la frase così radicale di Gesù: «Non ti dico (di perdonare) fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette».

Non solo il perdono è difficile ma spesso è compreso male.

È ormai ignorato da una grandissima fetta del nostro popolo. Si moltiplicano i casi di uccisioni per futili motivi. Ieri gli ultimi accoltellamenti letali: due morti vicino a Montaldo di Mondovì, e uno in una lite tra sconosciuti in una villa comunale in provincia di Bologna. Ma anche a un livello meno grave si sente spesso dire: “non voglio vendetta ma deve soffrire quanto soffro io, quanto soffre o ha sofferto la vittima… “. Il che è esattamente la definizione della vendetta. La vendetta tende poi a infliggere all’aggressore una sofferenza molto superiore a quella subita dalla vittima. È la posizione di Lamec discendente di Caino: “Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette" (Genesi 4,24). La frase di Gesù è quindi il contropiede totale del meccanismo della vendetta. Già però il famoso “occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede” (Esodo 21,24) non è un incitamento alla vendetta ma la sua cancellazione, cercando sia un giusto risarcimento che tende fin dal principio ad essere calcolato in denaro e non in punizione fisica, che un deterrente contro la violenza. Infatti la paura della punizione fisica ti obbliga molto concretamente a metterti nei panni di colui che aggredisci: e se poi mi fanno anche a me la stessa cosa? Lo spirito della legge del taglione si vede in questa prescrizione per gli schiavi: chi fa “cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, darà loro la libertà in compenso del dente”. (Esodo 21,27). Bisogna anche comprendere che, oltre al desiderio di giustizia, in una società in cui la struttura statale non esiste ancora o è debole, ogni gruppo evita di indebolirsi e quando perde un suo membro il gruppo che ha aggredito deve essere indebolito a sua volta. Ma si cerca piuttosto il risarcimento in denaro o in beni materiali che nel sangue. All’omicida poi viene offerta la possibilità delle città di asilo: egli salva la sua vita ma da un’altra parte rimane “congelato” non potendo uscire da quella città. E quindi, senza spargimento di sangue il gruppo aggressore “perde”  un suo membro. Vale la pena leggere ciò che riguarda questo meccanismo articolato e profondamente sapiente (Giosuè 20,1-6 ss). Nel caso del testimone falso gli si applica la stessa pena che sarebbe stata applicata alla persona che ha denunciato falsamente. Si raccomanda allora che, come ammonizione per gli altri, il giudice sia severo: “Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede”. (Deuteronomio 19, 21). Il caso più conosciuto è quello degli anziani che accusano ingiustamente Susanna e, scoperti da Daniele, vengono lapidati (Daniele 13, 1-64). Come vorrei che, lapidazione a parte, questo principio sia applicato nel Diritto italiano! Ci sono querele pretestuose usate per screditare persone scomodi, specie in politica. Chi porge querela in modo falso sa infatti che al massimo dovrà pagare un risarcimento simbolico e le spese di tribunale. Intanto ha rovinato la vita di una persona e della sua famiglia, forse tagliato la strada ad un avversario politico.  

Ma spesso le persone che cominciano a leggere il Vangelo o hanno ricevuto un'educazione religiosa non comprendono il vero significato del perdono e si sentono in colpa se non riescono a dimenticare, se preferiscono non vedere più quel parente che ha fatto delle avances a una figlia, specie se minorenne, ecc. D'altra parte, qualcuno, dal suo divano comodo, all’inizio dell’invasione russa su larga scala, si meravigliava che l’Ucraina “non porga l’altra guancia” , non si lasciasse invadere e ridurre in schiavitù da chi apertamente parlava non solo di una delirante denazificazione, ma di “de-ucrainizzazione”. Come arrivare al perdono totale? La prima tappa può essere come raccomandava il vescovo Shevchuk di trasformare la rabbia in coraggio per combattere l’ingiustizia ma avendo conosciuto e placato le proprie emozioni. Come arrivare al perdono vero?: ( La Gioia del Vangelo: IN PRINCIPIO ERA LA GUERRA! COME ARRIVARE AL PERDONO TOTALE?)


Prima Lettura   Gs 3, 7-10.11.13-17  L’arca dell’alleanza del Signore sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi.

Dal libro di Giosuè

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, perché sappiano che, come sono stato con Mosè, così sarò con te. Da parte tua, ordina ai sacerdoti che portano l’arca dell’alleanza: “Una volta arrivati alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete”».

Disse allora Giosuè agli Israeliti: «Venite qui ad ascoltare gli ordini del Signore, vostro Dio». Disse ancora Giosuè: «Da ciò saprete che in mezzo a voi vi è un Dio vivente: proprio lui caccerà via dinanzi a voi il Cananeo, l’Ittita, l’Eveo, il Perizzita, il Gergeseo, l’Amorreo e il Gebuseo. Ecco, l’arca dell’alleanza del Signore di tutta la terra sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi. Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca del Signore di tutta la terra si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano si divideranno: l’acqua che scorre da monte si fermerà come un solo argine».

Quando il popolo levò le tende per attraversare il Giordano, i sacerdoti portavano l’arca dell’alleanza davanti al popolo. Appena i portatori dell’arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che portavano l’arca si immersero al limite delle acque – il Giordano infatti è colmo fino alle sponde durante tutto il tempo della mietitura –, le acque che scorrevano da monte si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo a partire da Adam, la città che è dalla parte di Sartàn. Le acque che scorrevano verso il mare dell’Aràba, il Mar Morto, si staccarono completamente. Così il popolo attraversò di fronte a Gerico.

I sacerdoti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore stettero fermi all’asciutto in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele attraversava all’asciutto, finché tutta la gente non ebbe finito di attraversare il Giordano.    


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 113  Trema o terra, davanti al Signore.

Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio.

Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, le montagne saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge.

Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro? Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge?   


Canto al Vangelo    Sal 118, 135  Alleluia, alleluia. Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti. Alleluia.

Vangelo   Mt 18, 21 - 19,1  Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.


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