San Girolamo - Lionello Spada |
Dicono che san Girolamo aveva un carattere facile all’ira. Certamente non fu solo questo. Scopriamo che usò tutto quello che era e aveva per l’amore della Scrittura, la sua diffusione e la difesa della fede, la formazione dei cristiani. Come dice san Paolo: “se poteste sopportare un po’ di follia da parte mia” (2 Cor 11,1). Il Cardinale Ursi, di venerata memoria, usò a volte questa espressione rivolto al suo gregge. Alla pubblicazione della traduzione in lingua corrente del Nuovo Testamento egli regalò ad ogni prete di Napoli una copia, e ripeteva: Parola di Dio! Parola di Dio! Parola di Dio!
Papa Francesco – che più di un giornale vuole presentare
come depresso e isolato, un uomo finito – ha appena reso pubblica una sua lettera
in occasione dei 1600 anni della morte di san Girolamo. Inizia così: “Un affetto per la Sacra Scrittura,
un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta è l’eredità che San Girolamo
ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere.”. Faremo bene a leggerla (SCRIPTURAE
SACRAE AFFECTUS, 30 settembre 2020).
Infatti si distacca “la sua (di S. Girolamo) imponente figura nella storia della Chiesa e il suo grande amore per
Cristo. Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera
di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e
appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei
testi biblici; di ardente e talvolta
impetuoso difensore della verità cristiana; di ascetico e
intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua
generosità e tenerezza”. … Un giorno, in visione, “egli si sentì trascinato alla presenza del
Giudice: «interrogato circa la mia condizione, risposi che ero cristiano. Ma
colui che presiedeva soggiunse: “Tu mentisci! Sei ciceroniano, non cristiano”».[2] Girolamo,
infatti, aveva amato fin da giovane la limpida bellezza dei testi classici
latini, al cui confronto gli scritti della Bibbia gli apparivano, inizialmente,
rozzi e sgrammaticati, troppo aspri per il suo raffinato gusto letterario.
Quell’episodio della sua vita
favorisce la decisione di dedicarsi interamente a Cristo e alla sua Parola,
consacrando la sua esistenza a rendere sempre più accessibili le lettere divine
agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore.
Quell’evento imprime alla sua vita un nuovo e più deciso orientamento:
diventare servitore della Parola di Dio, come innamorato della “carne della
Scrittura”. Così, nella ricerca continua che ha caratterizzato la sua vita,
valorizza i suoi studi giovanili e la formazione ricevuta a Roma, riordinando
il suo sapere nel più maturo servizio a Dio e alla comunità ecclesiale”.
Molti oggi sentono di non comprendere la Scrittura e
invece di cercare aiuto, la lasciano da parte. Molti di noi vanno a cercare
sapienze di seconda o scarsa qualità, quando non francamente opposte al Cristianesimo,
ma più di nostro gusto. Ed è un danno per tutti. Perché “l’ignoranza della Scrittura
è ignoranza di Cristo”, ripete ancora san Girolamo. Non è stato sempre facile per san Girolamo che
confida: «Ogni tanto
mi disperavo, più volte mi arresi; ma poi riprendevo per l’ostinata decisione
d’imparare», condotto dal “seme amaro” di tali studi a raccogliere “frutti
saporosi”.[11]. Il Vangelo
di oggi ci sprona proprio a prendere decisioni radicali nella nostra sequela di
Cristo.
Prima
Lettura Gb 9, 1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
Dal libro di Giobbe
Giobbe rispose ai suoi amici dicendo:
In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.
Saggio di mente, potente per la forza,
chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Trasporta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.
Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.
Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
Crea l'Orsa e l'Orione,
le Plèiadi e i penetràli del cielo australe.
Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non m'accorgo.
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: «Che fai?».
Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Se io lo invocassi e mi rispondesse,
non crederei che voglia ascoltato la mia voce.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 87
A te, Signore, sale la mia preghiera.
Tutto
il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?
Si
celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?
Ma io
a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
Canto al Vangelo Cf Fil 3,7-9
Alleluia, alleluia.
Tutto considero una perdita e tutto lascio indietro,
per conquistare Cristo ed essere trovato in lui.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 57-62
Ti seguirò dovunque tu vada.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò
dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro
nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Séguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a
seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia
il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da
quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge
indietro, è adatto per il regno di Dio».
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