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mercoledì 30 settembre 2020

DAL SEME AMARO DELL'IMPARARE AI FRUTTI SAPOROSI DELLA CONOSCENZA INTIMA DELLA SCRITTURA / 30 settembre san Girolamo

 

San Girolamo - Lionello Spada

Dicono che san Girolamo aveva un carattere facile all’ira. Certamente non fu solo questo. Scopriamo che usò tutto quello che era e aveva per l’amore della Scrittura, la sua diffusione e la difesa della fede, la formazione dei cristiani. Come dice san Paolo: “se poteste sopportare un po’ di follia da parte mia” (2 Cor 11,1). Il Cardinale Ursi, di venerata memoria, usò a volte questa espressione rivolto al suo gregge. Alla pubblicazione della traduzione  in lingua corrente del Nuovo Testamento egli regalò ad ogni prete di Napoli una copia, e ripeteva: Parola di Dio! Parola di Dio! Parola di Dio!

Papa Francesco – che più di un giornale vuole presentare come depresso e isolato, un uomo finito – ha appena reso pubblica una sua lettera in occasione dei 1600 anni della morte di san Girolamo. Inizia così: Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta è l’eredità che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere.”. Faremo bene a leggerla (SCRIPTURAE SACRAE AFFECTUS, 30 settembre 2020).

Infatti si distacca la sua (di S. Girolamo) imponente figura nella storia della Chiesa e il suo grande amore per Cristo. Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei testi biblici; di ardente e talvolta impetuoso difensore della verità cristiana; di ascetico e intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua generosità e tenerezza”. … Un giorno, in visione, “egli si sentì trascinato alla presenza del Giudice: «interrogato circa la mia condizione, risposi che ero cristiano. Ma colui che presiedeva soggiunse: “Tu mentisci!  Sei ciceroniano, non cristiano”».[2] Girolamo, infatti, aveva amato fin da giovane la limpida bellezza dei testi classici latini, al cui confronto gli scritti della Bibbia gli apparivano, inizialmente, rozzi e sgrammaticati, troppo aspri per il suo raffinato gusto letterario.

Quell’episodio della sua vita favorisce la decisione di dedicarsi interamente a Cristo e alla sua Parola, consacrando la sua esistenza a rendere sempre più accessibili le lettere divine agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore. Quell’evento imprime alla sua vita un nuovo e più deciso orientamento: diventare servitore della Parola di Dio, come innamorato della “carne della Scrittura”. Così, nella ricerca continua che ha caratterizzato la sua vita, valorizza i suoi studi giovanili e la formazione ricevuta a Roma, riordinando il suo sapere nel più maturo servizio a Dio e alla comunità ecclesiale”.

Molti oggi sentono di non comprendere la Scrittura e invece di cercare aiuto, la lasciano da parte. Molti di noi vanno a cercare sapienze di seconda o scarsa qualità, quando non francamente opposte al Cristianesimo, ma più di nostro gusto. Ed è un danno per tutti. Perché “l’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo”, ripete ancora san Girolamo.  Non è stato sempre facile per san Girolamo che confida: «Ogni tanto mi disperavo, più volte mi arresi; ma poi riprendevo per l’ostinata decisione d’imparare», condotto dal “seme amaro” di tali studi a raccogliere “frutti saporosi”.[11]. Il Vangelo di oggi ci sprona proprio a prendere decisioni radicali nella nostra sequela di Cristo.

 

Prima Lettura   Gb 9, 1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?

Dal libro di Giobbe
Giobbe rispose ai suoi amici dicendo: 
In verità io so che è così: 
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio? 
Se uno volesse disputare con lui, 
non gli risponderebbe una volta su mille. 
Saggio di mente, potente per la forza, 
chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo? 
Trasporta le montagne e non lo sanno, 
egli nella sua ira le sconvolge. 
Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano. 
Comanda al sole ed esso non sorge 
e alle stelle pone il suo sigillo. 
Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare. 
Crea l'Orsa e l'Orione, 
le Plèiadi e i penetràli del cielo australe. 
Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare. 
Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
 se ne va e di lui non m'accorgo. 
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? 
Chi gli può dire: «Che fai?». 
Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli! 
Se avessi anche ragione, non risponderei, 
al mio giudice dovrei domandare pietà. 
Se io lo invocassi e mi rispondesse, 
non crederei che voglia ascoltato la mia voce.   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 87 
A te, Signore, sale la mia preghiera.

Tutto il giorno ti chiamo, Signore, 
verso di te protendo le mie mani. 
Compi forse prodigi per i morti? 
O sorgono le ombre a darti lode? 

Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, 
la tua fedeltà negli inferi? 
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, 
la tua giustizia nel paese dell'oblio? 

Ma io a te, Signore, grido aiuto, 
e al mattino giunge a te la mia preghiera. 
Perché, Signore, mi respingi, 
perché mi nascondi il tuo volto?  
 
Canto al Vangelo 
  Cf Fil 3,7-9
Alleluia, alleluia.

Tutto considero una perdita e tutto lascio indietro,
per conquistare Cristo ed essere trovato in lui.
Alleluia.
 
Vangelo
   Lc 9, 57-62
Ti seguirò dovunque tu vada.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». 
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Séguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». 
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». 
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».  

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